Rotondi (FI): “Trent’anni fa moriva Carlo Donat Cattin e con lui finiva la Dc”

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AgenPress. Il 17 marzo di trent’anni fa moriva Carlo Donat Cattin, ministro della Sanità e leader della corrente democristiana di Forze Nuove. Tralascio le frasi rituali: lo conoscevo troppo bene per infrangere oggi la sua inflessibile allergia alla retorica.

Nella Dc Donat Cattin era il mio leader. O meglio: il mio leader era Gerardo Bianco, che sosteneva Donat Cattin. E da seguace azzardo una commemorazione contromano: invece di celebrare i meriti che la storia già gli riconosce, oggi mi soffermo su quelli che la morte improvvisa gli ha impedito di conseguire.

La butto lì: se Donat non fosse morto un anno prima, nel 1992 la Dc non avrebbe imboccato il viale del tramonto. Donat Cattin l’avrebbe difesa e salvata. Tutti parlano di tangentopoli come di un castigo biblico. La verità è che tutti sapevano che i partiti raccoglievano finanziamenti che non dichiaravano. Solo il mio leader Gerardo Bianco non prendeva soldi, tant’è che non contavamo assolutamente niente. Tutti gli altri si davano da fare, nessuno escluso. È storia.

Tangentopoli non fu una polmonite ma un raffreddore: evidenziò una stortura del sistema così facile da correggere che oggi viene corretta trasformando il reato in comportamento virtuoso. Nel 1992 i pm arrestarono centinaia di persone che illecitamente facevano ciò che oggi fanno alla luce del sole politici di ogni colore: raccolte di fondi, cene di finanziamento, ma anche operazioni più spericolate se non opache (tant’è che frequentemente la magistratura è chiamata di nuovo a occuparsene).

Bastava poco a fermare tangentopoli: era sufficiente che si alzasse in parlamento un democristiano di rango dopo Bettino Craxi, e indicasse ai colleghi ammutoliti il re nudo. Sarebbe seguito un decreto, e amen. Avremmo avuto tre settimane di furia iconoclasta dei moralisti a contratto, poi la processione democratica sarebbe andata avanti. Avremmo salvato partiti con decenni di storia, classi dirigenti di professionisti a cui abbiamo preferito avventurieri e ciarlatani.

Non ho le prove che sarebbe andata così. Ma dentro di me ne sono sicuro. Solo Donat Cattin avrebbe potuto indirizzare l’ultima, melliflua Dc a una virile scelta di difesa della democrazia.

Purtroppo Carlo morì un anno prima. Al suo funerale sedevo tra un giovane avellinese di nome Mario che piangeva a dirotto, e Luca di Montezemolo, che domandò al giovane perché piangesse tanto. Il ragazzo rispose: perché oggi finisce la Dc. Aveva ragione Mario.

E’ quanto dichiara l’On. Gianfranco Rotondi  vice capo gruppo di Forza Italia alla Camera e Presidente della fondazione Dc.

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