AgenPress. Cannabis e farmaci cannabinoidi per i malati gravi ed oncologici, un problema tutto italiano che lascia moltissimi pazienti senza la possibilità di curare adeguatamente il dolore a causa della scarsità di dosi disponibili.
Non solo. La legge attualmente in vigore non consente ai malati di coltivare autonomamente le proprie dosi di medicinale per potersi curare senza fare necessario affidamento sul servizio sanitario nazionale con enormi rischi personali, come nel caso di Walter De Benedetto, malato di artrite reumatoide, finito a processo per aver coltivato delle piante di marijuana, che rischia fino a 6 anni di reclusione.
“Una legge retrograda che va assolutamente cambiata, negando a tantissimi pazienti il fondamentale diritto alla salute. La legge attuale, infatti, prevede che il malato possa acquistare farmaci solamente se distribuiti dal sistema sanitario nazionale, ma punisce chi coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passo, spedisce o consegna per qualunque scopo sostanze stupefacenti, con pene che vanno da 6 a 20 anni di reclusione – afferma il Presidente del Codacons, Marco Donzelli.
Deve essere consentito, in nome delle più fondamentali norme costituzionali e di diritti del nostro Paese a chiunque ne abbia necessità di procurarsi, anche autonomamente, le quantità di materia prima necessaria per potersi curare adeguatamente.
L’Associazione si farà promotrice di una richiesta al Ministero della Salute per sollecitare un cambio di legislazione a riguardo.”