Recovery Plan, Cazzola: “Può essere la svolta, ma dobbiamo saper spendere bene questi soldi”

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AgenPress. L’economista Giuliano Cazzola è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sul Recovery Plan. “Credo che Draghi abbia detto delle cose che anche altri prima di lui hanno detto, Conte non è stato meno ottimista di Draghi. Sono riusciti a chiudere questa partita del Pnrr, le condizioni e le risorse ci sono, se si rispettano le regole e si dimostra di saper spendere queste risorse, la svolta ci sarà e sarà anche importante. Come dice Draghi bisogna che ce la mettiamo tutta per spendere bene questi soldi, con una macchina che fino ad ora s’è ingolfata parecchie volte anche sui fondi strutturali. E’ la prima volta che un governo nuovo è tenuto a fare le cose che aveva iniziato a fare quello vecchio.

La cosa che è sfuggita è che ormai c’è un pilota automatico, il Recovery Found non è soltanto una grande operazione finanziaria, ma è anche un grande passo di cessione di sovranità perché il pallino di queste risorse ce l’ha Bruxelles, oggi Bruxelles conta di più e questo è un salto di qualità istituzionale che attraverso la politica economica abbiamo fatto. Il Recovery Plan è un racconto, un piano in cui vengono indicati gli obiettivi, penso che l’impostazione sia corretta, ma le cose non si fanno con le parole”.

Sulle pensioni. “A volte mi sembra ci sia un po’ di follia. Ho visto delle proposte, anche della Lega, in cui si dice che Quota 100 cessa, l’obiettivo è quello di mandare in pensione la gente a 41 anni di contributi e quota 100 rimane solo per i lavori usuranti. Ora, visto che ormai tutti hanno un po’ di contributivo, vogliono far sì che tutti i calcoli siano sul contributivo, quindi finiscono per penalizzare quello che dicono di voler difendere. Secondo me lo spazio che lascia quota 100 potrebbe essere occupato dal vecchio Ape, soprattutto se Quota 100 la portano a quota 102”.

 Sulle riaperture. “Sbaglia Salvini a protestare, è normale che doveva essere fatta una scelta di compromesso, è intervenuta una mediazione con il Cts e Draghi la faccia ce l’ha messa su questa decisione”.

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