AgenPress – “Hanno partecipato anche alcuni monaci buddisti come amici. Franco era un cattolico. Era tutto, era anche cristiano. Ci sono stati diversi interventi e testimonianze di suoi amici e colleghi artisti. Come presbiteri abbiamo espresso il messaggio di Franco, ovvero che lui non è morto: la morte è un passaggio. Franco è passato da una stanza ad un’altra. E’ presente in mezzo a noi. Abbiamo anche ripetuto una preghiera che lui faceva: ‘Padre mio io mi abbandono a te. Fa di me ciò che ti piace. Qualsiasi cosa tu faccia di me, ti ringrazio”. Lo ha detto padre Orazio Barbarino, un prete di una chiesa di Linguaglossa, che stamane ha preso parte alla ‘veglia di preghiera’ per dare l’ultimo saluto a Franco Battiato.
I cancelli di villa Grazia stamane a Milo (Catania) si sono aperti solamente per pochi amici di Franco Battiato, morto ieri all’età di 76 anni.
“Franco Battiato, il miglior concittadino che abbiamo avuto. Riposto gli ha dato i natali e lui lì è cresciuto per le avventure nelle strade del mondo che lo hanno portato ad essere una figura universale. Gli intitoleremo una grande piazza fronte mare così lui potrà vedere sia il mare e sia l’Etna che amava tanto”, ha detto il sindaco Salvo Pogliese, annunciando la decisione dell’Amministrazione Comunale, nel giorno del lutto cittadino, di dedicare al grande artista scomparso ieri uno dei luoghi simbolo della città.
“La spettacolarità del nostro lungomare che unisce visivamente l’Etna con il mare Ionio, nel contesto della roccia lavica delle antiche eruzioni del nostro Vulcano – ha spiegato Pogliese – diverrà simbolo di un uomo, un artista che ha interpretato magnificamente i valori della natura travalicando i confini della Sicilia e dell’Italia per la sua innata capacità di cogliere i sentimenti più profondi dell’umanità. La grande emozione che ha suscitato in tutta l’Italia la morte di Franco Battiato – ha aggiunto il sindaco – ci ha convinti che per ricordare una personalità che ha segnato i sentimenti di generazioni di cittadini, era necessario intestargli un luogo che ne ricordasse la grandezza artistica e di innamorato della nostra città, che per il suo straordinario talento lo aveva adottato da fin giovanissimo”.