Putin riconosce le regioni controllate dai separatisti. Avvenne anche con la Crimea poi annessa alla Russia

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AgenPress – Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato  i decreti che riconoscono due controverse regioni controllate dai separatisti, la Repubblica popolare di Donetsk e la Repubblica popolare di Luhansk, in una cerimonia trasmessa dalla televisione di stato.

 Il riconoscimento  ha un precedente, la Crimea, che in seguito è stata annessa alla Russia. Nel 2014 forze filo-russe presero il controllo della penisola nel sud dell’Ucraina come risposta alla rivolta di Maidan a Kiev, che aveva portato alla destituzione del presidente legato al Cremlino Viktor Yanukovich ed all’insediamento di un governo vicino agli occidentali.

A quel punto le nuove autorità di fatto della Crimea dichiararono l’indipendenza dall’Ucraina e nei giorni successivi, il 16 marzo, indissero un referendum per l’adesione alla Federazione Russa. Il voto pro-Mosca fu bulgaro. Il 17 marzo Putin riconobbe l’indipendenza della Repubblica di Crimea ed il giorno dopo firmò il decreto di annessione alla Russia. Annessione che, ancora oggi, non è riconosciuta dalla gran parte della comunità internazionale, a partire dagli americani e dagli europei. Mentre Kiev considera la Crimea “un territorio occupato”.

Ecco perché il riconoscimento delle regioni controllate dai separatisti è significativo :

La guerra è scoppiata nel 2014 dopo che i ribelli sostenuti dalla Russia hanno sequestrato edifici governativi in ​​paesi e città dell’Ucraina orientale. Gli intensi combattimenti hanno lasciato parti della regione orientale di Luhansk e Donetsk nella regione del Donbas nelle mani di separatisti sostenuti dalla Russia. La Russia ha anche annesso la Crimea dall’Ucraina nel 2014 con una mossa che ha suscitato la condanna globale.

Le aree controllate dai separatisti nel Donbas divennero note come Repubblica popolare di Luhansk (LPR) e Repubblica popolare di Donetsk (DPR). Il governo ucraino a Kiev afferma che le due regioni sono in effetti occupate dalla Russia. Le autoproclamate repubbliche non sono riconosciute da nessun governo, compresa la Russia. Il governo ucraino si rifiuta di parlare direttamente con nessuna delle due repubbliche separatiste.

L’accordo di Minsk II del 2015 ha portato a un traballante accordo di cessate il fuoco e il conflitto si è trasformato in una guerra statica lungo la linea di contatto che separa il governo ucraino e le aree controllate dai separatisti. Gli accordi di Minsk (dal nome della capitale della Bielorussia dove sono stati conclusi) vietano le armi pesanti vicino alla linea di contatto.

Il linguaggio attorno al conflitto è fortemente politicizzato. Il governo ucraino chiama le forze separatiste “invasori” e “occupanti”. I media russi chiamano le forze separatiste “milizie” e sostengono che siano locali che si difendono dal governo di Kiev.

Più di 14.000 persone sono morte nel conflitto nel Donbas dal 2014. L’Ucraina afferma che 1,5 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case, la maggior parte delle quali è rimasta nelle aree del Donbas che rimangono sotto il controllo ucraino e circa 200.000 si sono reinsediate nella più ampia regione di Kiev.

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