AgenPress – Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha incontrato il suo omologo russo Sergey Lavrov in Turchia, nel tentativo di mediare un cessate il fuoco di 24 ore e un corridoio umanitario verso la città portuale meridionale di Mariupol, circondata dalle truppe russe.
Secondo Kuleba, non sono stati raggiunti risultati poiché Lavrov non aveva il mandato di firmare alcun accordo.
“Sono venuto qui con uno scopo umanitario, per uscire dall’incontro con la decisione di organizzare un corridoio umanitario da e per Mariupol”, ha detto Kuleba dicendosi pronto a incontrarsi di nuovo “se ci saranno prospettive per una soluzione”.
Mariupol, una città assediata nell’oblast di Donetsk, è in condizioni disastrose e sottoposta a pesanti attacchi aerei.
Tre tentativi di evacuare i civili dalla città sono falliti dopo che la Russia ha violato il cessate il fuoco temporaneo concordato.
Kuleba ha descritto le condizioni attuali a Mariupol come “apocalittiche” e ha detto, il giorno prima, che ci sono quasi 3.000 neonati privi di medicine e cibo in città.
“La Russia continua a tenere in ostaggio più di 400.000 persone a Mariupol, bloccando gli aiuti umanitari e l’evacuazione”, ha affermato. “Continuano i bombardamenti indiscriminati”.
“Non mi stupisco che Kuleba abbia detto non siamo riusciti a trovare un accordo sul cessate il fuoco: qui non dovevamo parlare di cessate il fuoco”, detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov rispondendo a Kuleba e ribadendo che l’incontro di oggi in Turchia non intendeva “sostituire il percorso dei negoziati che abbiamo fatto in territorio bielorusso, perché proprio lì parliamo delle questioni pratiche e di cosa fare per finire questa crisi. Lì parliamo in concreto. Avevamo avvisato i nostri colleghi che qui non avremmo parlato come se questo fosse un percorso parallelo come avrebbe voluto la parte ucraina”.
“Abbiamo confermato che l’iniziativa che ha fatto la Russia di aprire dei corridoi umanitari quotidiani in Ucraina resta sempre valida. La Russia non vuole negare la sicurezza alla popolazione ucraina ed è pronta a parlare di garanzie per questo Paese”.
“Non abbiamo attaccato in Ucraina. In Ucraina si è creata una situazione che ha creato una minaccia a Mosca, abbiamo fatto vari appelli ma nessuno ci ha ascoltato”, ha detto ancora. “Vogliamo che l’Ucraina sia neutrale. La Russia vuole un’ Ucraina smilitarizzata, amica e che non vieti l’uso della lingua russa”.