AgenPress – Le autorità iraniane hanno ordinato il rilascio di due cittadine anglo-iraniane Nazanin Zaghari-Ratcliffe e Anousheh Ashouri, a lungo detenute nel Paese con l’accusa di spionaggio, dopo aver raggiunto una intesa con il team britannico arrivato a Teheran, che ha comportato la restituzione all’Iran di 530 milioni di dollari. Il denaro è collegato a una disputa sulla mancata consegna di tank britannici dopo la rivoluzione khomeinista di fine anni ’70.
Dipendente della fondazione Thomson Reuters, Nazanin Zaghari-Ratcliffe, è divenuta in questi anni una figura simbolo fra le persone di doppio passaporto trattenute in Iran.
Arrestata nel 2016, mentre era in visita ai genitori nel Paese di origine, era stata accusata e poi condannata nella Repubblica Islamica per “spionaggio”: accusa sempre respinta e ritenuta dalla famiglia come da diversi osservatori alla stregua di un pretesto per regolare vecchi conti di Teheran con Londra. A pena scontata era arrivata quindi una seconda imputazione, altrettanto contestata, per “propaganda ostile”.
Il governo britannico ha confermato di aver saldato il debito reclamato da oltre 40 anni dall’Iran prima del rilascio formalizzato oggi da Teheran di Nazanin Zaghari Ratcliffe, detenuta nella Repubblica Islamica dal 2016, e di altri due cittadini irano-britannici, lo ha detto la ministra degli Esteri, Liz Truss, a margine dell’annuncio ufficiale dello sblocco della vicenda fatto dinanzi alla Camera dei Comuni.
Secondo indiscrezioni dei media, la diplomazia del Regno aveva offerto già da qualche tempo – sotto gli ultimi governi Tory – una disponibilità a ripianare quel vecchio pagamento; ma solo adesso, sullo sfondo dell’esito di una lunghissima partita negoziale e di circostanze internazionali favorevoli, la soluzione di questo contezioso è stata inserita nell’intesa che ha portato al rilascio di Nazanin e degli altri due ex detenuti.