AgenPress – “In merito alla notizia che in queste ultime ore sta circolando sui social media, del ragazzo minorenne di anni 16 che non è stato fatto entrare nella serata del 12.08 all’interno del locale Marina Bay, comunichiamo che provvederemo a sporgere denuncia per diffamazione stante l’accusa di discriminazione razziale, infondata in fatto e in diritto”.
E’ quanto scrive, sulla sua pagina Facebook, il locale di Marina di Ravenna, dopo che l’avvocato Paola Bravi che segue la struttura insieme al collega Emanuele Fregola aveva preannunciato l’ipotesi di una querela.
Un 16enne sarebbe stato lasciato fuori dal locale, teatro dell’esibizione di uno dei suoi cantanti preferiti, perché di colore. E’ quanto segnala e denuncia sul suo profilo Facebook personale e su quello di ‘Mamme per la pelle’ – l’associazione di cui è fondatrice – Gabriella Nobile che riporta i fatti accaduti nella serata dello scorso 12 agosto.
“Concerto di Capo Plaza del 12 agosto. Biniyam ha 16 anni – si legge nel post -. Non sta più nella pelle, il suo idolo è in concerto vicino casa sua. Ha preso il biglietto mesi prima, sa tutte le canzoni a memoria, si organizza con gli amici, convince mamma e papà ad andare anche se è tardi la sera. Arrivano alle 23.15 al Marinabay, a Marina di Ravenna – racconta Nobile – ma qualcosa va storto. Entrano tutti i suoi amici ( bianchi) e lui resta fuori senza nessuna motivazione. Chiama i genitori che si recano sul posto e fermano una volante per raccontare l’accaduto”. Ai genitori, prosegue il post, viene risposto ” ‘ci spiace signora il locale può fare quello che vuole, è un luogo privato’.
“Procederemo assolutamente con un esposto e speriamo che il locale possa chiudere per un po’”, spiega Nobile. Il 16 enne lasciato fuori dal locale “è un ragazzo emiliano-romagnolo adottato-: è stato l’unico del suo gruppo di amici che non è stato fatto entrare, l’unico di colore -spiega Nobile- Lui ha chiamato i genitori che sono andati sul posto. La mamma è una socia della nostra associazione. Abbiamo in mano una registrazione. Inoltre la mamma del 16enne ha visto che non hanno fatto entrare un paio di ragazzi anche loro di colore e un gruppo di nordafricani”.
Il locale tiene però a precisare che “è multietnico sia per gli addetti ai lavori che per gli avventori, il ragazzo in questione non è stato fatto entrare perché circa 2 settimane precedenti all’evento di venerdì, in stato di alterazione alcolemica era stato sorpreso a bere una bottiglia di vino di grosse dimensioni nel piazzale esterno al locale e ha creato disagi all’ingresso del locale.
L’interesse primario del Marina Bay è tutelare l’incolumità e la sicurezza pubblica degli utenti oltre al godimento sereno di ogni evento organizzato.
Siamo dispiaciuti nel vedere un genitore chiedere insistentemente ad un’attività che deve contrastare certi avvenimenti di voler sorvolare su un tema così importante, (la tutela dei minori dall’assunzione di alcool e di prevenzione a ogni forma di violenza o potenziale pericolosità) e siamo altrettanto dispiaciuti che si utilizzi questa vicenda in modo strumentale per un interesse del tutto personale ed egoistico: l’esibizione di Capo Plaza.
In conclusione, unico fatto vero è che il divieto di ingresso nel nostro locale, diretto al minorenne, attiene unicamente alla sua potenziale pericolosità e nulla c’entra il colore della sua pelle.
Siamo certi di aver chiarito ogni dubbio e ci tuteleremo nelle sedi opportune da ogni accusa infamante”.
“E’ vero che il ragazzo di 16 anni non è stato fatto entrare il 12 agosto ma nulla c’entra il colore della sua pelle. Non è stato fatto entrare perché era inserito in una lista di soggetti che hanno creato problemi al locale qualche tempo prima: in modo particolare due settimane fa, è arrivato al locale con alcuni suoi amici in stato alcolemico alterato”, dice l’avvocato Paola Bravi i motivi addotti dal locale che hanno portato al mancato di un 16enne in occasione del concerto di CapoPlaza, fatto stigmatizzato dall’associazione ‘Mamme per la pelle’.
“Il ragazzo, lo scorso 12 agosto “non è stato fatto entrare perché era inserito in una lista di soggetti che avevano creato problemi al locale qualche tempo prima. In modo particolare – aggiunge – due settimane fa, è arrivato al locale con alcuni suoi amici in stato alcolemico. Inizialmente – aggiunge – lo staff all’ingresso non lo ha fatto entrare perché visibilmente alterato poi lui ha insistito e lo hanno fatto entrare. Poco dopo il suo ingresso, i componenti dello staff lo trovano nel piazzale davanti al locale con una bottiglia di prosecco dalla quale stava bevendo. A quel punto lo staff della sicurezza non lo ha fatto entrare proprio più perché già quando era entrato aveva creato problemi”. Quindi, prosegue Bravi, “il gestore del Marina Bay lo ha inserito in una lista, una cosa che si può fare se uno ha creato dei problemi, perché quello che preme al Marina Bay è un divertimento sano, nessuna somministrazione di alcol ai minori e nessuna turbativa. Questo – conclude – nulla ha a che vedere con il colore della pelle”.