MAGISTRATURA ITALIANA PUO’ INDAGARE SU REATI COMMESSI ALL’ESTERO. CHIESTO DI PROCEDERE PER OMICIDIO, PERSECUZIONI, VIOLENZE E TORTURA
AgenPress. Sui gravi fatti che da settimane stanno sconvolgendo l’Iran il Codacons ha presentato un esposto alle Procura della Repubblica di Roma e Livorno sulla base delle norme che autorizzano la magistratura italiana ad intervenire su reati commessi all’estero.
“La scrivente Associazione ritiene necessario, opportuno e doveroso portare all’attenzione dell’Autorità Giudiziarie Italiane la richiesta di intervento in relazione alla situazione assai grave, contraria ai diritti umani, che si sta verificando in queste settimane nello Stato dell’IRAN e di cui oramai c’è ampia documentazione probatoria come denunciato dalle più importanti Associazioni Non Governative come Amnesty International – scrive il Codacons nell’esposto – .
E’ incontestabile che i fatti esposti per la violenza che li connota con l’intento psicologico di annientare la legittima manifestazione ed espressione dei propri diritti da parte soprattutto dei giovani donne ed uomini configura, come documentato e provato, che si tratta di crimini particolarmente efferati commessi nell’ambito di un programma politico (come dimostra la cd “polizia morale”) e perpetrati su vasta scala.
Si tratta di crimini che sono considerati tali anche dal diritto internazionale consuetudinario, il cui elenco, è contenuto nello Statuto di Roma del 1998, in particolare si tratta dei crimini previsti e puniti dall’art. 7(1)(a) e dall’art. 7(1)(h) dello Statuto. Oltre, poi, al crimine di persecuzione, si fa riferimento alla condotta dell’attore, anche in tal caso come parte di un esteso o sistematico attacco intenzionale diretto contro una popolazione civile, volta a privare gravemente dei diritti fondamentali una o più persone, in violazione del diritto internazionale”.
“Nel caso de quo, peraltro, si configura la giurisdizione italiana in relazione alle descritte condotte criminose di omicidio, persecuzione, tortura , violenza sessuale nei confronti di persone che vivono in IRAN laddove la condotta della ipotesi di vendita di armi vietata dalla legge su territorio italiano e dirette all’IRAN e utilizzate per questi fini, come sembrerebbe testimoniare l’articolo pubblicato da Repubblica e da molti altri giornali, è finalizzata a favorire l’esecuzione di tal reati”.
Per tali motivo il Codacons ha chiesto alle due Procure di “predisporre tutti i controlli necessari per accertare se nei fatti esposti possano celarsi fattispecie penalmente rilevanti, ivi compresa quella di cui all’art.575 c.p., 609 bis e seguenti,613 bis e ter”.
L’associazione mette inoltre a disposizione di tutte le donne italiane il modulo attraverso il quale costituirsi come parte offesa nelle indagini che la magistratura italiana potrebbe avviare nei confronti dell’Iran, primo passo per chiedere risarcimenti nel caso in cui saranno accertati reati. Il modulo sarà pubblicato domani sul sito del Codacons.