AgenPress. Se l’idea della autonomia differenziata “spaccasse” il patrimonio identitario della destra storica a cosa porterebbe all’interno dei processi culturali che hanno posto al centro dell’attenzione il valore di un post Risorgimento unitario? Il problema è che si sta cercando di guardare all’oggi e non al dopo domani.
L’interrogativo di fondo resta. Cosa sarà della autonomia divergente che tutto il Sud vive? Non si tratta più di essere “patriota” o meno. Ormai questa parola sembra usata a mo’ di slogan. Si è patrioti all’interno di una storia comune, condivisa, che non è solo economica ovvero di finanze, di servizi, e di strutture. Lo si è per un fattore di ordine antropologico e storico.
Qui si inserisce una provocazione voluta. Quello che chiamiamo Sud è una realtà prettamente geo mediterranea. Quello che chiamiamo Nord di mediterraneo ha il filtro che proviene dai tanti Sud della diaspora. I beni culturali sono una testimonianza emblematica per chi conosce realmente tali argomenti. Otranto è il centro di un mediterraneo che intreccia Oriente ed Occidente. Il Duomo di Milano è tutta un’altra storia di architetture che parlano un linguaggio di vocabolari storici differenti.
Giusto parlare, dunque, di differenze storiche. Ma se a queste si aggiungono le “velocità” economiche che dopo la scuola di Federico si è sviluppata in Italia è come far competere, sul piano del prodotto lordo e dei vari “PIL”, una topolino, diciamo una seicento, con una Maserati. Invece di unire e legare e intrecciare si va a separare creando le autonomie addirittura differenziare? Ma questo non mi sembra che sia patriottismo, bensì mi sa più di separatismo, da ragionamenti di un americanismo secessionista da “Via col vento”.
Certo, sono realtà antiche che insistono ma porre una nuova questione meridionale e una settentrionale è ormai anacronistico anche se i problemi insistono. C’è un problema nazionale. La lettura è altra. C’è un Sud dentro una geografia antropologica mediterranea per fatti storici che sono stati focalizzati in quel che è stato il Regno di Napoli anche sul piano economico e un Nord dentro una geopolitica che ha guardato ad una Europa oltre il mediterraneo proprio in un contesto mitteleuropeo. Il Mediterraneo moderno è nato dentro il Regno delle Due Sicile. Da non dimenticare.
Ora non separiamo queste esperienze differenziando, ma uniamole non con uno spirito ormai risorgimentale ma giustamente “patriottico”. La condivisione non può esserci sui processi antropologici ma su quelli economici certamente sì. Attenzione. Differenziare è dividere storie, antropologie, economie oltre che sviluppo. Attenzione, dunque, ai processi di autonomia.
Pierfranco Bruni