AgenPress – Emmanuel Macron ha deciso, scavalcando il Parlamento, che il governo porrà la questione di fiducia per far passare la contestata riforma delle pensioni.
Nelle prossime 24 ore le opposizioni avranno il diritto di presentare mozioni di censura. L’esecutivo, tuttavia, ha poche possibilità di essere sconfitto sulla fiducia. Contro la riforma, che prevede l’innalzamento progressivo dell’età pensionistica da 62 a 64 anni, da gennaio sono scese in piazza migliaia di persone.
La decisione è stata presa dal presidente Macron e dal governo in considerazione di un’assenza di maggioranza o di un rischio troppo alto di perdere, per una manciata di voti, la sfida. Non ci sarà dunque voto sul contestatissimo progetto di aumentare l’età pensionabile da 62 a 64 anni. Il governo porrà la fiducia e, entro 24 ore, l’opposizione avrà il diritto di presentare una mozione di censura. Con la prospettiva di far votare una mozione trasversale, presentata dalla sinistra o dalla destra, ma votata da entrambe le formazioni. Se la mozione di censura fosse maggioritaria, il governo di Elisabeth Borne sarebbe battuto e Macron dovrebbe nominare un nuovo primo ministro e un nuovo esecutivo.
Il leader del partito socialista francese, Olivier Faure, ha parlato di “capricci” del presidente Macron. “Quando un presidente non ha una maggioranza nel Paese, non ha una maggioranza all’Assemblea Nazionale, deve ritirare il suo progetto. L’Eliseo non è un parco per accogliere i capricci del presidente”, ha affermato su Twitter il leader socialista. Intanto, Marine Le Pen ha già annunciato una propria mozione di sfiducia e ha confermato di essere pronta a votare anche le mozioni della sinistra.
La decisione di Macron di porre la fiducia sulla riforma delle pensioni per scavalcare il Parlamento francese è stata presa dopo i forti dubbi di una maggioranza certa che potesse avallare il testo. All’ingresso della premier Elizabeth Borne all’Assemblea nazionale i deputati dell’opposizione hanno intonato la Marsigliese in segno di protesta, esponendo cartelli con la scritta “No ai 64 anni”. La seduta è stata sospesa per consentire di riportare l’ordine in aula. La Borne ha poi annunciato il ricorso alla fiducia, ma è stata costretta a interrompersi più volte per le grida “dimissioni, dimissioni, dimissioni”, i fischi e il canto ininterrotto dell’inno francese.
La capogruppo del Rassemblement National all’Assemblea Nazionale di Parigi, Marine Le Pen, denuncia “un colpo di mano democratico”, dopo la decisione di Emmanuel Macron di ricorrere alla questione di fiducia, con il contestato articolo 49 comma 3 della Costituzione francese, per adottare la riforma. Parlando ai giornalisti riuniti all’Assemblea Nazionale, Le Pen ha chiesto le dimissioni della premier Elisabeth Borne e ha annunciato che presenterà una mozione di sfiducia contro il governo, ma che è disposta a votare anche quelle della sinistra pur di raggiungere l’obiettivo.
I sindacati hanno annunciato nuove mobilitazioni. Intanto una manifestazione con oltre 1.500 studenti è stata organizzata a Parigi ed è arrivata nei pressi del Parlamento dove è stato disposto un ingente numero di forze di sicurezza. I manifestanti hanno intonato cori contro Emmanuel Macron e contro la riforma: “Ehi Manu, Manu, 49.3 o no, la tua riforma non la vogliamo” o “L’assemblea può votare, la strada lo ritirerà”. Alla manifestazione presenti i rappresentanti di diverse organizzazioni giovanili, sindacati studenteschi e organizzazioni politiche a cui si sono uniti i lavoratori (ferrovieri, raffinerie, ecc.).