Pnrr. Il governo studia correttivi per sbloccare la tranche da 19 mld. Isolare i progetti “poco realistici”

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AgenPress – Il governo intende inserire alcuni dei correttivi chiesti dall’Europa per sbloccare la terza tranche da 19miliardi del Piano, e forse anche qualche ulteriore semplificazione. Una volta approvato il testo a Palazzo Madama, la sfida nelle sfide: far decollare la nuova governance del Piano.

Dal ministro per il Made in Italy Adolfo Urso a quello dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il governo ha parlato delle possibili mosse: isolare i progetti “poco realistici”, portare avanti quelli realizzabili entro il 2026, lavorare sulle garanzie per le imprese che partecipano ai bandi, migliorare l’organizzazione della struttura della Pa.
 Il Recovery Plan italiano vale 191,5 miliardi, ai quali si aggiungono altri 30 miliardi del fondo complementare: un totale di circa 220 miliardi. La cifra è stata strappata dal secondo governo Conte e annunciata all’alba del 21 luglio 2020, dopo uno storico Consiglio europeo che è durato tutta una notte. L’Italia ha ottenuto il 28% dell’intero Recovery Found europeo (750 miliardi). Meno di un mese dopo, il 13 agosto 2020, è arrivato un anticipo di quasi 25 miliardi di euro.
Giorgia Meloni ha dichiarato che l’attuale governo ha ereditato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e sta lavorando per realizzarlo.

Ha poi sottolineato che il governo si è impegnato a trasformare il Pnrr da un semplice documento sulla carta a un progetto concreto. Il premier inoltre fatto notare che i governi precedenti avevano il compito di scrivere il Pnrr e di dare una cornice legislativa, ma che il governo attuale ha preso il progetto quando è entrato nella fase di esecuzione.

Meloni ha anche affermato che ci sono difficoltà nell’esecuzione dei progetti che né Bruxelles né Roma avevano previsto. Il presidente del Consiglio dichiarato che il governo sta lavorando per superare queste difficoltà e che sta intrattenendo un confronto aperto con la Commissione europea. Meloni, poi, ha fatto notare che i limiti del Pnrr sono legati alla fine dell’era in cui è stato concepito e che l’aumento dei prezzi delle materie prime e lo choc energetico hanno influito sulla sua realizzazione. Infine ha concluso dicendo che ci sono margini per rivedere alcuni aspetti del Pnrr e che il confronto con la Commissione europea è aperto.

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