AgenPress – “Lo strumento del Mes rafforza la credibilità dell’Italia sui mercati finanziari e può convenirci per gli interessi che paghiamo sul nostro debito pubblico. Quindi aderire alla ratifica del trattato dota l’Europa di uno strumento che rafforza la credibilità dell’Europa e dei suoi mercati finanziari, e in particolare di Paesi con tanti, troppi debiti come l’Italia”: lo ha detto Antonio Misiani, responsabile dello Sviluppo economico del Partito Democratico intervenendo nella puntata odierna di Agorà, Raitre.
“Questo non lo dice la perfida opposizione di sinistra, lo dice il capo di Gabinetto del ministro Giorgetti”.
La lettera del capo di gabinetto del ministro Giorgetti “certifica che Giorgia Meloni e Matteo Salvini, bloccando la ratifica del trattato Mes, stanno creando un danno al Paese. Il loro no al nuovo Mes indebolisce la nostra posizione in Europa e priva l’Italia di uno strumento utile per proteggere meglio i risparmiatori italiani in caso di crac bancari”, prosegue in una intervista a la Repubblica.
“L’Italia è l’ultimo Paese della zona Euro a non aver ancora ratificato l’accordo. Se siamo in questa situazione – aggiunge – è a causa di un veto ideologico e pregiudiziale da parte di FdI e della Lega”. Rispetto alla nota del ministero dell’Economia sul Mes, “meglio tardi che mai, il ministro Giorgetti finalmente ci ha messo la faccia – commenta Misiani – Il Re è nudo: il ministero dell’Economia dice esplicitamente che la ratifica del Mes conviene all’Italia, confermando quello che noi da tempo sostenevamo. Ora il governo e la maggioranza non hanno più alibi: devono rompere gli indugi e portare il trattato al voto del Parlamento”.
“Il trattato di cui stiamo discutendo modifica il vecchio Mes attribuendogli una funzione aggiuntiva, quella di rete di sicurezza nella gestione di eventuali crac bancari”. Usare il Mes “come paracadute finanziario aiuterebbe molto a contenere i rischi di contagio connessi con eventuali crisi bancarie di rilievo sistemico. Naturalmente la scelta se utilizzarlo o meno rimarrebbe sempre nelle mani dei singoli governi nazionali. Ma avere a disposizione questo strumento aiuterebbe a difendere meglio la stabilità del sistema finanziario e, quindi, i risparmiatori italiani”.