Regione Lazio. Si dimette Marcello De Angelis. “Sono stato messo sulla gogna. Mostruosa macchina del fango”

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AgenPress –  Marcello De Angelis ha comunicato la propria irrevocabile decisione al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca con una lettera, dopo averla anticipata nel corso di un colloquio privato. Il presidente Rocca ha accettato le dimissioni di Marcello De Angelis con effetto immediato. De Angelis era finito al centro delle polemiche per via di alcune sue dichiarazioni sulla strage di Bologna. Venerdì prossimo era previsto un consiglio regionale straordinario sulla vicenda.

Ai primi di agosto De Angelis era finito sulle cronache per un post sulla strage di Bologna in cui dichiarava innocenti Mambro, Fioravanti e Ciavardini. Il dirigente, con un passato nell’estrema destra, era poi tornato alla ribalta anche per via del testo di contenuto antisemita di una sua canzone, scritta anni fa in qualità di frontman di un gruppo di rock identitario. Polemiche anche per un post su Instagram dello scorso dicembre, nel quale si vedeva un candelabro in terracotta riconducibile al criminale nazista Himmler e alle SS.

“Dopo attenta riflessione, mi trovo nelle condizioni di dover fare una scelta di cui mi assumo tutta la responsabilità. Sono stato messo alla gogna per un post su Facebook in cui ho espresso perplessità su una vicenda giudiziaria sulla quale molti altri prima e meglio di me e in modo più autorevole, si erano pronunciati in maniera analoga. Rivendico il diritto al dubbio e al dissenso anche se non posso negare di essermi espresso in modo inappropriato e per questo ho chiesto scusa” scrive Marcello De Angelis, nella lettera di dimissioni.

“La mostruosa macchina del fango – dice ancora – può stritolare chiunque e mi ha preso di mira mettendomi alla gogna rovistando nella mia vita. Ho scatenato dure pressioni politiche contro l’Istituzione che oggi rappresenti e, pur nella consapevolezza che i tuoi avversari non hanno argomenti o la forza per importi le decisioni che auspicherebbero, la mia stessa coscienza è più forte e più legittimata di loro a chiedermi di fare un passo indietro”.

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