AgenPress. “Non ci aspettavamo fuochi d’artificio dal discorso di Von der Leyen, che suona come un manifesto elettorale. Ma restiamo disarmati dalle parole sulle risposte alla crisi. Sul Green Deal, abbiamo un’occasione storica. Con la dipartita di Timmermans si può mettere la transizione sul binario giusto.
Non è l’Ue il problema per il cambiamento climatico, così come non lo sono i nostri agricoltori, le nostre imprese, i nostri proprietari di immobili. Serve meno ideologia e più pragmatismo, altrimenti l’unico vincitore non sarà l’ambiente, ma sarà la Cina.
Davvero oggi l’Ue ha ancora bisogno di lanciare un’investigazione sui sussidi, quando è chiaro che Pechino fa concorrenza sleale? Più che indagini, ci aspettiamo che Bruxelles faccia quel che deve fare per proteggere le imprese, imporre dazi a chi non rispetta le regole. Sulla indagine sull’impatto della burocrazia, ancora una volta rimaniamo di sasso.
Non c’è bisogno di un inviato speciale: ci sono gli eletti nel Parlamento, che parlano tutti i giorni con le imprese, le quali chiedono meno burocrazia, meno leggi, leggi fatte meglio e più libertà. E sull’immigrazione, sono state annunciate tante iniziative, ma ancora oggi non risulta che l’Ue voglia affrontare seriamente il problema: a qualcuno fa comodo che il peso di flussi migratori insostenibili ricada solo su pochi Paesi.
La linea Ue deve essere chiara: chi non ha diritto a entrare nell’Ue deve stare fuori, l’immigrazione illegale è un reato, non esiste che si parli di redistribuzione se non si riducono le partenze. Mi auguro davvero che in questi mesi si cambi rotta e si cerchi di dare più spazio a quello che ci chiedono i cittadini e che non ha bisogno di comitati e inviati”.
Così Marco Zanni, europarlamentare della Lega, presidente gruppo Id, nel suo intervento durante il dibattito in occasione del discorso sullo Stato dell’Unione.