Istat. Cala la fiducia dei consumatori e delle imprese. Peggiorano le condizioni accesso al credito

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AgenPress – A settembre 2023 si stima una diminuzione sia del clima di fiducia dei consumatori (l’indice passa da 106,5 a 105,4) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese, che cala da 106,7 a 104,9.

Tra le serie componenti l’indice di fiducia dei consumatori emergono segnali negativi dalle variabili che si riferiscono alla situazione economica generale mentre è presente una maggiore eterogeneità tra le variabili che si riferiscono alla situazione personale. Tali variazioni sono sintetizzate dai quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti: il clima economico, il clima corrente e il clima futuro calano, rispettivamente, da 121,5 a 115,2, da 101,4 a 100,2 e da 114,1 a 113,2; invece, il clima personale aumenta passando da 101,5 a 102,2.

Con riferimento alle imprese, per tutti i comparti indagati si stima una riduzione dell’indice di fiducia ad eccezione delle costruzioni. Più in dettaglio, l’indice di fiducia scende nella manifattura da 97,7 a 96,4, nei servizi da 103,5 a 100,5 e nel commercio da 108,7 a 107,3. Nelle costruzioni l’indice sale leggermente da 160,2 a 160,9.

Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura e nei servizi tutte le variabili peggiorano. Nel commercio al dettaglio i giudizi sulle vendite si deteriorano marcatamente mentre le relative attese diminuiscono lievemente in presenza di un calo delle scorte. Per quanto attiene alle costruzioni, i giudizi sugli ordini/piani di costruzioni sono improntate all’ottimismo mentre le aspettative sull’occupazione presso l’azienda registrano una dinamica negativa.

Peggiorano nel terzo trimestre del 2023, stando ai giudizi forniti dalle imprese, le condizioni di accesso al credito bancario. Lo evidenzia l’Istat in un approfondimento contenuto nella stima flash sulla fiducia di consumatori e imprese a settembre.

La maggioranza delle imprese intervistate, a prescindere dal settore di attività economica di appartenenza, ha giudicato invariate le condizioni di accesso al credito nel corso degli ultimi tre mesi (in particolare, il 60,5 % delle imprese che operano nel comparto dei servizi di mercato, il 56,4% delle imprese manifatturiere, il 47,8% delle rispondenti afferenti al settore delle costruzioni e, infine, il 41,4% di quelle che operano nel commercio al dettaglio).

Seppure inferiore – evidenzia l’Istat -, significativa tuttavia appare anche la quota delle imprese per le quali le condizioni di accesso al credito sono nel complesso meno favorevoli (nel dettaglio, il 39,7% nel settore del commercio al dettaglio, il 35,7% in quello manifatturiero, il 27,7% in quello dei servizi di mercato e, infine, il 24,7% in quello delle costruzioni). Emerge, infine, decisamente minoritaria la percentuale delle rispondenti che a settembre ha giudicato i criteri di offerta creditizia “più favorevoli” rispetto a quelli dello scorso giugno (pari: all’1,4% nel settore delle costruzioni, all’1,2% in quello dei servizi di mercato, all’1,0% nel settore manifatturiero e allo 0,7% in quello del commercio al dettaglio).

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