AgenPress – Almeno 5.087 persone sono state uccise a Gaza e 15.273 sono rimaste ferite dal 7 ottobre. Lo ha riferito il Ministero della Sanità dell’Autorità Palestinese nella Cisgiordania occupata.
Nel frattempo, nella Cisgiordania occupata almeno 95 palestinesi sono stati uccisi e 1.828 feriti a causa degli attacchi di Hamas e della rappresaglia israeliana.
Il ministero ha affermato che la Striscia di Gaza ha subito 250 attacchi nel settore sanitario, lasciando gran parte della sua popolazione senza un’adeguata assistenza medica.
Il ministero ha anche messo in guardia dall’impatto sulle infrastrutture sanitarie affermando che dieci dei 35 ospedali nella Striscia di Gaza – pari al 28% – sono attualmente non funzionanti. Di questi, nove ospedali sono stati “distrutti o resi fuori servizio”. Il settore sanitario ha inoltre perso 54 operatori sanitari, con oltre 90 feriti. Anche le ambulanze sono state colpite: 50 sono state colpite e 23 sono fuori servizio.
A Gaza sono emerse epidemie di vaiolo, scabbia e diarrea a causa del deterioramento dell’ambiente sanitario, della mancanza di servizi igienico-sanitari e del consumo di acqua proveniente da fonti non sicure, ha riferito il ministero. Gli ospedali sono prossimi al collasso e operano a oltre il 150% della loro capacità. Le situazioni sono diventate così terribili che gli interventi chirurgici vengono condotti senza anestesia e, in alcuni casi, sotto l’illuminazione delle luci del telefono, ha aggiunto il Ministero della Salute dell’Autorità Palestinese.
Il Ministero della Sanità dell’Autorità Palestinese, con sede nella Cisgiordania occupata, gestisce strutture mediche e ospedali a Gaza e impiega medici che prestano servizio sotto l’Autorità Palestinese. Alla fine Hamas controlla Gaza.
“I pazienti vengono curati nei corridoi, sui pavimenti e in altri luoghi inappropriati. Ad esempio, il complesso medico Al-Shifa attualmente cura 5.000 pazienti al giorno, mentre la sua capacità è di 700”, ha affermato il ministero.
Il Ministero della Sanità dell’Autorità Palestinese ha sottolineato che neanche l’imminente crisi sanitaria materna e infantile non può essere ignorata. Circa 50.000 donne incinte stanno lottando per accedere all’assistenza sanitaria, con circa 166 parti non sicuri che si verificano ogni giorno e si prevede che il prossimo mese assisteremo a 5.500 parti in queste condizioni difficili.