AgenPress – La Banca Mondiale avverte che un’escalation del conflitto tra Israele e Hamas potrebbe causare un forte aumento dei prezzi del petrolio. In un nuovo rapporto, si afferma che l’impatto del conflitto è stato finora limitato, con i prezzi del petrolio in aumento di circa il 6% e i prezzi di altre materie prime – come cibo e metalli – che si sono mossi a malapena. La Banca afferma che l’economia globale è in una posizione molto migliore per far fronte a un importante movimento del prezzo del petrolio rispetto agli anni ’70, ma avverte che un’escalation del conflitto – combinata con le interruzioni derivanti dall’invasione russa dell’Ucraina – potrebbe portare a un duplice shock. .
Se il conflitto dovesse intensificarsi, la Banca ha delineato tre possibili scenari per i prezzi del petrolio, a seconda del grado di interruzione delle forniture di petrolio. In uno “scenario di piccola interruzione”, simile a quello derivante dalla guerra civile libica del 2011, si afferma che i prezzi del petrolio potrebbero salire fino a 103 dollari al barile.
In uno “scenario di perturbazione media”, che secondo la Banca Mondiale sarebbe equivalente alla guerra in Iraq del 2003, i prezzi del petrolio potrebbero salire fino al 35% a 121 dollari al barile.
Uno “scenario di grande perturbazione” – che secondo la Banca sarebbe paragonabile all’embargo petrolifero arabo del 1973 – vedrebbe i prezzi del petrolio salire fino al 75%, a 157 dollari al barile.
La Banca Mondiale ha anche avvertito che l’aumento dei prezzi del petrolio porterebbe a un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, aumentando l’insicurezza alimentare in tutto il mondo.