UNICEF: “Gaza è diventata un cimitero per migliaia di bambini. Per tutti gli altri è un inferno”

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Più di 3.450 i bambini uccisi a Gaza. Crisi idrica per oltre 1 milione di bambini 

Dichiarazione del Portavoce dell’UNICEF James Elder alla conferenza stampa di oggi al Palazzo delle Nazioni di Ginevra


AgenPress. “Fin dai primi giorni di queste ostilità senza precedenti nella Striscia di Gaza, l’UNICEF è stato chiaro sulla necessità di un immediato cessate il fuoco umanitario, di far arrivare gli aiuti e di liberare i bambini rapiti. Come molti altri, abbiamo implorato la cessazione dell’uccisione dei bambini.

I nostri timori più gravi riguardo al numero di bambini uccisi, che sono diventati decine, poi centinaia e infine migliaia, si sono concretizzati in appena due settimane. I numeri sono spaventosi: si parla di più di 3.450 bambini uccisi; il numero aumenta in modo sconcertante ogni giorno.

Gaza è diventata un cimitero per migliaia di bambini. Per tutti gli altri è un inferno.

Ma le minacce per i bambini vanno oltre le bombe e i mortai.  Vorrei parlare brevemente dell’acqua e dei traumi.

Più di un milione di bambini a Gaza (ovvero tutti i bambini) vivono anche una crisi idrica. La capacità di produzione idrica di Gaza è pari ad appena il 5% della sua produzione giornaliera abituale. La morte dei bambini – in particolare di quelli con meno di un anno – per disidratazione è una minaccia crescente.

Questo è ciò che ha detto una mia collega dell’UNICEF, Nesma, che vive e lavora a Gaza. Ha due figlie, Talia di 4 anni e Zain di 7 anni: Mi spezza il cuore vedere bambini intorno a me che cercano una tazza d’acqua pulita e non riescono a trovarla. Zain continua a chiedere acqua normale.

Intende acqua potabile sicura, non acqua salata che è l’unica opzione al momento e che sta facendo ammalare Zain, 7 anni, e molti altri bambini.

E poi c’è il trauma. Quando i combattimenti cesseranno, il costo per i bambini e le loro comunità sarà sostenuto dalle generazioni a venire. Prima di quest’ultima escalation, più di 800.000 bambini di Gaza – tre quarti dell’intera popolazione di bambini – avevano bisogno di assistenza psicosociale e per la salute mentale. Ciò prima di quest’ultimo incubo.

La stessa collega dell’UNICEF, Nesma, che ha parlato della sua bambina di 7 anni che chiedeva disperatamente acqua pulita, ha spiegato il trauma che sta vivendo la sua bambina di 4 anni. Talia, quattro anni, mostra gravi sintomi di stress e paura e ora soffre di comportamenti autolesionistici: si strappa i capelli e si gratta le cosce fino a farle sanguinare. Eppure, come spiega la madre: Non posso permettermi il lusso di pensare alla salute mentale delle mie figlie. Continuo a ripetermi: ‘Nesma, tienile in vita’. E quando tutto questo finirà, fornirò loro supporto mentale e cure mediche.

Perciò ribadiamo, a nome di Talia e Zain e degli altri 1,1 milioni di bambini di Gaza che vivono in un incubo: abbiamo bisogno di un cessate il fuoco umanitario immediato. E tutti i valichi di accesso a Gaza devono essere aperti per consentire l’accesso sicuro, prolungato e senza ostacoli degli aiuti umanitari, compresi acqua, cibo, forniture mediche e carburante.

E se non ci sarà il cessate il fuoco, l’acqua, le medicine e il rilascio dei bambini rapiti? Allora ci precipitiamo verso orrori ancora più grandi che affliggono bambini innocenti”.

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