Tassone: “L’on. Meloni non ha nulla a che fare con l’esperienza democristiana”

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Non è possibile accettare la descrizione da parte della Meloni di una D.C. partito di destra più che di centro

AgenPress. Spesso l’interesse di interloquire comunque porta a fare analisi superficiali: un abbandono alla propaganda. Nell’annuale incontro di Saint Vincent dell’on. Rotondi vi è stata la rappresentazione fantasiosa di una Democrazia Cristiana che ha un suo leader nella persona dell’on. Meloni che sarebbe l’erede di De Gasperi.
Comprendiamo tutto ma le forzature, le manipolazioni sono un oltraggio alla storia, vissuta da milioni di persone, e la disintegrazione definitiva della politica. A chi giova abbassare le barriere delle diversità, dei confronti tra posizioni diverse, delle sfide su visioni diverse se non a chi ha interessi circoscritti?
Muore la democrazia quando la dialettica si spegne e le differenze scompaiono nella scelta del potere. Ognuno con la propria storia, ognuno con la propria identità.
L’on. Meloni non ha nulla a che fare con l’esperienza democristiana né i post democristiani hanno a che fare con i suoi convincimenti. Sono storie diverse che non escludono anzi sollecitano il confronto.
Chi fa scelte diverse non può fare regalie di patrimoni di valori che non gli appartengono più. Bisogna risolvere l’equivoco delle rivendicazioni dello status di democristiani.
Lo scudo crociato, il nome sono stati in questi anni oltraggiati. Ho proposto di consegnare il simbolo alla fondazione Sturzo per rompere un perverso gioco di interessi.
Per essere eredi della tradizione dei democratici cristiani non basta attribuire il “nome”, ma essere coerenti con i valori di libertà, con gli ideali di giustizia, di partecipazione.
La Meloni non vuole fare  una riforma costituzionale, ma scrivere una nuova Costituzione:
il passaggio da repubblica parlamentare ad un premierato forte, sindaco d’Italia che tiene in ostaggio e annulla il Parlamento.
Oltre a rompere l’unità del Paese con il regionalismo differenziato. Questo è il governo dell’uomo forte: una repubblica, come quella di Ceausescu e attualmente di Kaczynski in Polonia. In tutto questo che c’entrano De Gasperi e Sturzo?
In Europa i cristiani democratici debbono stare con il Partito Popolare fondato anche da De Gasperi. Tutto il resto è paccottiglia. L’on. Meloni parla che la riforma porterà alla terza repubblica. No, alla seconda perché non è mai nata la seconda, perché ci sono state delle leggi elettorali che non hanno intaccato la forma di Stato e di governo e hanno introdotto un finto presidenzialismo, un finto bipolarismo e una finta alternanza.
Non è possibile accettare la descrizione da parte della Meloni di una D.C. partito di destra più che di centro. La storia bisogna rispettarla, si può essere potenti ma non si ha il diritto di inventarsi nulla.
Quando gli estremismi di destra e di sinistra avevano prodotto il terrorismo, c’era chi parlava di camerati o compagni che sbagliavano. La parola d’ordine era nè con lo Stato nè con l’antistato.
La D.C. fu con lo Stato pagando tributi di sangue enormi.  I continuatori dell’esperienza del popolarismo parlano il linguaggio di valori non spenti. Chi fa altre scelte è nel suo diritto, ma non gli è consentito di fare il tentativo di spegnere una luce che ha illuminato tanti percorsi. Gli illusionisti sono degli artisti effimeri.  I valori resistono perché l’Uomo è al centro!
Mario Tassone
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