AgenPress – La Corte d’Appello di Brescia ha ammesso il ricorso di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo per la strage di Erba.
L’udienza è fissata per il primo marzo. Lo scorso ottobre, i legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi avevano depositato alla Corte d’assise di Brescia l’istanza di revisione di condanna per i coniugi. Gli avvocati ritengono di aver nuovi elementi tali da portare a un proscioglimento della coppia, in carcere dal 2007. La richiesta di revisione della sentenza di ergastolo segue, a distanza di mesi, quella del sostituto procuratore generale di Milano Tarfusser. “Ma c’è molto di più rispetto ai temi portati dal magistrato – spiega l’avvocato Schembri -. Abbiamo allegato sette consulenze, audio e video e affrontato tempi più vasti”.
“Siamo contenti della notizia, discuteremo per arrivare a una sentenza di assoluzione”, ha detto oggi Tarfusser.
I giudici valuteranno, all’esito della discussione tra le parti, se rigettare le istanze oppure accogliere le nuove prove proposte dagli avvocati Fabio Schembri e Nico D’Ascolo per Olindo Romano e Luisa Bordeaux e Patrizia Morello per Rosa Bazzi e disporre la revisione del processo.
Nella strage dell’11 dicembre del 2006 furono uccisi Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, di poco più più di due anni, la madre di Raffaella, Paola Galli e una loro vicina di casa, Valeria Cherubini. Si salvò soltanto, anche se gravemente ferito, il marito della Cherubini, Mario Frigerio che morì alcuni anni dopo e che fu testimone chiave nel processo riconoscendo Olindo Romano come il suo aggressore. Olindo Romano e Rosa Bazzi confessarono la strage per poi ritrattare ma furono condannati definitivamente all’ergastolo.
Tra gli argomenti, le modalità della morte di Valeria Cherubini che sarebbero “incompatibili” con la tesi di colpevolezza dei coniugi; inoltre si insiste sulla testimonianza di Mario Frigerio, marito di Cherubini e unico sopravvissuto alla strage, morto negli anni successivi, e diventato principale testimone dell’accusa che riconobbe Olindo in aula. Una versione in dibattimento che, per i legali, contrasterebbe con quanto dichiarato da Frigerio nell’immediatezza, nel letto d’ospedale, e emerso attraverso le intercettazioni ambientali. Vi è poi uno studio sull’energia elettrica nella casa dell’eccidio e infine la testimonianza di Abdi Kais, mai sentito dagli inquirenti, e residente nell’abitazione di Erba, che venne poi arrestato per spaccio nella zona dove avvenne il massacro. In tutto, la richiesta era di di oltre 150 pagine.