AgenPress – Giovanni Toti avrebbe alterato i numeri dei casi di Covid-19 nella sua regione per ottenere più vaccini. Non soltanto l’inchiesta di corruzione e finanziamento illecito, per il presidente della Liguria e il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani si apre anche il filone sulla sanità. Da una parte l’accusa di falso per aver gonfiato i numeri dei contagi nel 2021, dall’altra anche un fascicolo su presunti favori a quattro imprenditori della sanità privata, in cambio di favori elettorali.
Le nuove accuse emergerebbero dalle intercettazioni del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Genova, secondo cui “appare plausibile ipotizzare che i dati sono stati oggetto di manipolazione”.
“Il problema qual è stato? Che io avevo già truccato. Lui li ha presi e li ha riaumentati” avrebbe detto così Matteo Cozzani, secondo le conversazioni telefoniche riportate dal Corriere della Sera, parlando in riferimento a Giovanni Toti con il segretario generale della Camera di commercio di Genova, Maurizio Caviglia. “Quando me li ha rimandati ho guardato e gli ho scritto: ‘Ma c… presidente, ma sono fuori’. Ha detto: ‘Ma no, li ho un po’ aumentati…’. ‘Ma l’avevo già fatto io’, gli ho detto. ‘C.. dimmelo che lo hai fatto te’”.
Gli investigatori hanno anche scoperto una maxi frode da un milione e 200 mila euro sulle forniture sanitarie duranet il Covid. In particolare le mascherine, introvabili in piena pandemia e preziose come l’oro nella fase due per scuole e luoghi pubblici. E’ quanto emerge dalle carte depositate nell’ambito dell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione.
“Sono state svolte indagini – scrivono i militari della guardia di finanza nelle informative – nei confronti di un’associazione per delinquere, promossa e capeggiata da Yuri Fergemberger ed Edoardo Boldrini e composta da vari associati e sodali, che, sfruttando l’emergenza sanitaria conseguente alla diffusione del Covid-19, ha realizzato plurime condotte di illecita commercializzazione di prodotti sanitari, in sfregio anche ad elementari norme di tutela della salute e nell’esclusiva prospettiva di massimizzare i propri illeciti guadagni”.
Punto di riferimento per diventare fornitori delle scuole e dunque della Regione doveva essere Domenico Cianci, amministratore di decine di condomini a Rapallo e re delle preferenze alle regionali del 2020. Nelle intercettazioni si sentono due persone, non indagate, che spiegano: “Cianci ok? (…) e con Cianci se si arrivasse a Toti, per le mascherine, visto che abbiamo anche le mascherine da bimbo, adesso… sarebbe… sarebbe un bel colpo, eh?”, “perché ora le stanno cercando da fare paura”. E l’altro interlocutore: “ma per le scuole, dici?”. E dall’altro lato la conferma: “perché li si parla di milioni di pezzi… visto che lui vuole una mano… una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso…”.