AgenPress. Si è svolta lo scorso 21 maggio dinanzi al Tar del Lazio l’udienza di merito del procedimento relativo all’impugnazione da parte di Poste Italiane del provvedimento dell’Antitrust che ha elevato alla società una sanzione da 1,4 milioni di euro in riferimento alla sua attività di collocamento e di gestione di alcune serie di Buoni Fruttiferi Postali. Il Codacons era intervenuto nel giudizio per chiedere ai giudici la conferma della sanzione e tutelare i diritti dei consumatori titolari di Buoni Fruttiferi Postali scaduti e non più esigibili perché andati in prescrizione.
Nel corso dell’udienza l’associazione ha ribadito il pieno rispetto dei requisiti procedurali previsti da parte dell’Antitrust, dopo che il processo era stato sospeso in attesa della pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sulla questione della legittimità rispetto alla normativa europea di una normativa nazionale, come quella italiana, che impone all’Autorità nazionale competente per violazioni del Codice del Consumo di avviare la fase istruttoria in contraddittorio del procedimento, mediante la comunicazione degli addebiti all’impresa interessata, entro un termine di 90 giorni a decorrere dal momento in cui essa viene a conoscenza degli elementi essenziali dell’asserita violazione. Il Codacons ha sottolineato come la sentenza della Corte di Giustizia del 30 gennaio 2025 (C-511/23) abbia sancito che una tale normativa è in contrasto con il diritto europeo.
Il Tar ha trattenuto la causa in decisione: si attende ora la pronuncia, che il Codacons auspica possa confermare il comportamento scorretto di Poste Italiane, a tutela dei tantissimi cittadini che hanno investito nei buoni fruttiferi postali confidando nella buona fede dell’emittente.
I risparmiatori italiani meritano trasparenza e correttezza e chi viola i loro diritti deve rispondere delle proprie condotte – spiega il Codacons – Il provvedimento dell’Agcm contestato da Poste, infatti, accerta che nella collocazione di alcune serie di buoni fruttiferi Poste ha omesso le informazioni essenziali relative ai termini di prescrizione, pari a 10 anni, in tal modo inducendo in errore i consumatori che – spesso – si sono trovati a possedere buoni non più esigibili.
L’Autorità ha inoltre accertato che, riguardo ai titoli cartacei caduti in prescrizione almeno negli ultimi cinque anni, Poste ha omesso di informare preventivamente – e in maniera adeguata – i titolari di Buoni prossimi alla scadenza del termine di prescrizione, causando il mancato rimborso dei relativi importi. Questa condotta, secondo il Codacons, viola i doveri di diligenza professionale esigibili da Poste in base ai principi di correttezza e di buona fede.
Se il Tar accoglierà la tesi del Codacons e confermerà il provvedimento dell’Autorità, tutti i consumatori che sono titolari di buoni prescritti e non hanno ricevuto l’adeguata informazione sui propri diritti potranno chiedere a Poste il rimborso dei titoli.