Gaza: ActionAid, al collasso sistema idrico, l’acqua potabile è quasi esaurita

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AgenPress. Il prezzo dell’acqua potabile alle stelle e il blocco del carburante stanno portando al completo collasso del sistema idrico di Gaza, in un momento in cui il caldo si fa estremo.
È quanto ActionAid denuncia dalla Striscia di Gaza, dove l’acqua è ormai quasi esaurita.
Il prezzo dell’acqua potabile è del 400% più alto rispetto ai livelli pre-guerra, arriva oggi fino a 38 dollari per mille litri di acqua pulita. L’esercito israeliano continua a colpire gli impianti idrici e le infrastrutture chiave sono state danneggiate o completamente distrutte. Le autorità israeliane hanno tagliato l’elettricità a Gaza e stanno ancora imponendo un blocco di fatto degli aiuti, negando il combustibile necessario per pompare acqua ed alimentare gli impianti di dissalazione. La carenza di acqua sta avendo conseguenze disumane per le persone, con molte famiglie che cercano di attingere dai pozzi agricoli non sicuri o dalle acque sotterranee contaminate.
Il responsabile della risposta alle emergenze di ActionAid a Gaza, Alaa, ha detto: “Con l’aumento delle temperature aumenta anche il rischio di disidratazione, epidemie e malnutrizione infantile. Le sorgenti di acqua contaminata e i sistemi fognari difettosi aumentano ulteriormente le minacce alla salute e alla sopravvivenza”.
Le famiglie, soprattutto i bambini, sono anche costrette a camminare per due o tre chilometri sotto temperature che vanno dai 32 ai 38 gradi. Raccogliere l’acqua per le loro famiglie è ora la responsabilità di molti bambini a Gaza. I percorsi sono lunghi, faticosi e pericolosi, con rischi di colpi di calore e di diventare bersagli delle bombe e dei cecchini. Anche dopo ore di attesa, le famiglie spesso ritornano con solo una o due taniche.
ActionAid insieme ai suoi partner locali fornisce ai rifugi e agli sfollati più vulnerabili acqua potabile tramite camion, distribuisce serbatoi d’acqua e sistemi di base per la depurazione.
Riham Jafari, responsabile advocacy ActionAid Palestina spiega: “Siamo sempre più preoccupati per il numero di persone uccise dalle forze israeliane mentre aspettano di ricevere cibo dal piano di aiuti sostenuto dagli Stati Uniti. A Rafah e Wadi Gaza, più di 300 persone sono state uccise e oltre 2.600 ferite. È inaccettabile vedere civili affamati uccisi mentre cercano cibo. Questo meccanismo dovrebbe salvare vite, ma invece di essere uno spazio umanitario sicuro è un luogo di morte. Chiediamo che tutti i valichi di frontiera di Gaza siano completamente riaperti e che sia garantito un continuo flusso di aiuti – compresi carburante, forniture mediche e macchinari pesanti – per raggiungere coloro che ne hanno urgente bisogno.”
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