AgenPress. “Viktor Orbán sostiene che il 95% degli ungheresi sia contrario all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea. È una dichiarazione grave, che serve a giustificare l’isolazionismo dell’Ungheria in sede europea. Ma quella cifra non rappresenta affatto la volontà del popolo ungherese: è il prodotto di una consultazione manipolata, senza alcun controllo indipendente o valore statistico reale.”
Lo dichiarano Chiara Squarcione e Federica Valcauda di Europa Radicale, presenti a Budapest in occasione della settimana del Pride.
La consultazione nazionale promossa dal governo ungherese ha coinvolto poco più di 2 milioni di cittadini su circa 8 milioni di aventi diritto. “Orbán omette un dettaglio fondamentale: il 75% della popolazione non ha risposto. Quel 95% di ‘no’ rappresenta, in realtà, meno di un quarto del Paese. Spacciare un risultato del genere per ‘volontà popolare’ è propaganda.” Inoltre, la legittimità non solo del risultato ma dello strumento stesso è fortemente dubbia, non essendo presenti meccanismi di controllo e certificazione del voto e non c’è alcun controllo sulla natura delle fonti da cui provengono i dati forniti dal governo.
Secondo le due militanti radicali, si tratta dell’ennesimo strumento di legittimazione fittizia usato dal governo ungherese: “Una manovra costruita per trasformare una minoranza attiva in una maggioranza apparente. Per ostacolare l’Ucraina, dividere l’Unione e raccontare all’esterno una realtà che non esiste.”
Durante la loro permanenza a Budapest, Squarcione e Valcauda hanno segnalato anche la presenza diffusa di manifesti governativi che invitano apertamente a votare contro l’adesione dell’Ucraina.
“Nei manifesti, Von der Leyen e Zelensky appaiono con volti duri, quasi minacciosi, accanto al messaggio ‘Vota no’.” Il governo sembra non lasciare spazio a un voto libero e informato, ma orienta deliberatamente l’opinione pubblica con strumenti di pressione visiva e narrativa:”Risulta per noi incredibile che a fronte di una consultazione popolare il governo non lasci nei fatti libere le persone di votare secondo coscienza. Ma anche in questo caso la realtà è semplice: Orbán mente. E lo fa per isolare l’Ungheria e indebolire l’Europa” concludono Squarcione e Valcauda.