Dal 2000 al 2024 oltre 117.509 reati penali di incendio boschivo accertati con 9531 incendiari denunciati e 293 arrestati

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52.796 sanzioni amministrative, per oltre 90 milioni di euro, e 1766 i sequestri


AgenPress. Gli incendi boschivi rappresentano una delle minacce più devastanti per il patrimonio naturale italiano. Ogni anno, vaste aree forestali vengono distrutte, causando non solo perdite inestimabili in termini di biodiversità e habitat, ma anche gravi danni economici e sociali. Il 4 agosto del 2000, il Decreto-legge 220, proposto dall’allora Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Alfonso Pecoraro Scanio, ha segnato un passo decisivo nel rafforzamento delle misure repressive, introducendo nel Codice penale l’Art. 423-bis. La norma riconobbe la gravità del reato di incendio boschivo, punendo gli incendiari con un’aggravante per danni commessi alle aree protette.

Dal 2000 al 2024 oltre 117.509 reati penali di incendio boschivo accertati con 9531 incendiari denunciati e 293 arrestati. 52.796 sanzioni amministrative, per oltre 90 milioni di euro, e 1766 i sequestri.

Dal 2016 al 2024 sono stati percorsi da incendio 380.000 ettari di superficie boscata, una superficie più estesa della Valle d’Aosta. Si sale a circa 700.000 ettari se si considera la superficie non boscata. (Dati CUFAA)

Questo il focus della conferenza stampa “Tutela dei boschi e contrasto agli incendiari: a 25 anni dal Decreto Legge 4 agosto 2000, n. 220: Disposizioni urgenti per la repressione degli incendi boschivi“, promossa dalla Fondazione UniVerde in collaborazione con FederparchiTeleAmbiente e con l’adesione del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri (CUFAA), che si è svolta questa mattina a Roma alla Sala Caduti di Nassiriya del Senato della Repubblica.

Francesco Lollobrigida (Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste) ha dichiarato: “L’Italia vanta una cultura di rispetto e tutela del patrimonio boschivo che affonda le radici all’inizio del secolo scorso. Una tradizione che si è consolidata con normative significative, come la legge voluta dal collega Pecoraro Scanio nel 2000, e che è proseguita con interventi rilevanti. Oggi possiamo contare su una strategia forestale all’avanguardia: siamo stati la prima nazione in Europa a dotarcene, con un investimento di 420 milioni di euro entro il 2032. Questo ci consente di proteggere e valorizzare il nostro patrimonio boschivo non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico. Dobbiamo affrontare con determinazione la sfida rappresentata dagli incendi, un fenomeno che ha assunto connotazioni drammatiche soprattutto negli ultimi decenni. Insieme alle forze dell’ordine, stiamo lavorando non solo per perseguire penalmente chi commette questi atti, ma anche per rafforzare la prevenzione attraverso l’informazione, la deterrenza e un cambiamento culturale. L’incendio doloso di un bosco è un atto di barbarie contro il patrimonio di tutti gli italiani, e va contrastato con ogni mezzo”.

Gen. C.A. Fabrizio Parrulli (Comandante Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri) ha ricordato la portata innovativa del decreto-legge che ha introdotto nell’ordinamento il reato di incendio boschivo nell’agosto del 2000, e con esso la successiva Legge Quadro sugli incendi boschivi, norme che hanno rafforzato l’azione di prevenzione e contrasto al fenomeno. “Si tratta di temi centrali nella nostra azione istituzionale. Seppure non più deputato alla lotta attiva, il CUFAA, grazie al Nucleo Informativo Antincendio Boschivo e alla rete capillare dei reparti sul territorio nazionale, si occupa in via prioritaria di prevenzione e repressione di illeciti e reati nel settore, nonché del monitoraggio del territorio, con raccolta, elaborazione, archiviazione e diffusione dei dati, anche relativamente alle aree percorse dal fuoco e la loro perimetrazione, attività – queste ultime – funzionali all’alimentazione del catasto incendi per l’applicazione dei previsti e importanti vincoli normativi”. Il Generale ha quindi evidenziato l’importanza dello sviluppo tecnologico e l’utilizzo di strumentazione all’avanguardia per arginare il fenomeno, come già avviene e come si potenzierà ulteriormente nel progetto Smart Forest Monitoring o nel sistema di addestramento di nuova generazione Forest Fire Area Simulator che consentono e consentiranno sempre di più di rendere il personale del CUFAA uno specializzato punto di riferimento investigativo nel panorama nazionale e internazionale in questo importante settore“. Infine, ha ribadito i fondamentali aspetti del coordinamento e della collaborazione inter-istituzionale e della prevenzione, sia in termini di attività selvicolturali preventive – per la cura della vegetazione e dei terreni – sia in termini di educazione e responsabilità individuale, per evitare tutti quei comportamenti gravemente colposi e superficiali che spesso sono alla base di vasti incendi.

Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde e già Ministro delle Politiche Agricole e Forestali), ha fatto il bilancio a 25 anni dall’introduzione del reato di incendio boschivo nel Codice penale: “Quella norma ha dato finalmente protezione giuridica ai nostri boschi dagli incendiari e ha fornito alle forze dell’ordine e alla magistratura uno strumento normativo contro questi criminali. Ringrazio le unità specializzate nella salvaguardia del patrimonio naturale, in particolare il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri, per l’impegno crescente nella difesa dei nostri polmoni verdi e il sostegno alle attività del Nucleo Informativo Antincendi Boschivi. Occorre potenziare il monitoraggio e favorire interventi sempre più tempestivi e sicuri per il personale coinvolto. Tutto questo è possibile con strumenti sempre più innovativi e tecnologici, come droni che integrano l’intelligenza artificiale, capaci di fornire sistemi di supporto sia in tempo reale che predittivi. La transizione ecodigital ha il potenziale di rivoluzionare le operazioni di controllo dei territori, anche delle aree più difficili da gestire.
È importante supportare le Aree protette e i Comuni con vaste superfici boscate, e quindi più vulnerabili, a ridurre i rischi e rafforzare l’efficacia di tutte le operazioni, ma anche che le forze dell’ordine e la magistratura agiscano con fermezza per contrastare efficacemente gli incendi dolosi e impedire agli incendiari di nuocere ulteriormente“.

Luca Santini (Presidente di Federparchi): “La norma sugli incendi boschivi è stata un grande passo in avanti per cercare di arginare questo fenomeno che spesso è opera di mani criminali e colpisce anche le Aree Naturali Protette. Voglio sottolineare l’importanza, la professionalità e l’esperienza delle Unità dei Carabinieri Forestali Ambientali e Agroalimentari per quanto riguarda tutti gli aspetti legati alla sorveglianza delle Aree Protette sia in termini di prevenzione che di repressione delle attività illecite e la particolare attenzione al contrasto agli incendi, grazie all’operato dei Nuclei Antincendi Boschivi. Per un’azione efficace, anche in termini di prevenzione, è necessario un forte coordinamento fra tutti soggetti in campo e, come Federparchi, siamo certi di poter proseguire la proficua collaborazione con il CUFAA che negli ultimi anni si è positivamente rafforzata“.

Hanno fatto seguito gli interventi di:

Gen. B. Giuseppe Vadalà (Commissario Straordinario per la Bonifica delle Discariche Abusive sul territorio nazionale e Primo Comandante del Nucleo Investigativo Antincendi Boschivi (N.I.A.B.) in un videomessaggio ha dichiarato “con il DL n. 220 ma anche con il Decreto istitutivo del Nucleo Investigativo Antincendio Boschivo (N.I.A.B.) del 10 agosto 2000 assistiamo ad una rivoluzione copernicana del settore perché gli incendi boschivi, che ricordo essere per il 98% di natura dolosa o colposa, non sono più affrontati solo come importanti problemi di protezione civile, di prevenzione, previsione e lotta attiva ma, anche, come problema di ordine e sicurezza pubblica“.

Ten. Col. Angelo Battista Roseti (Comandante del Nucleo Informativo Antincendio Boschivo dipendente dal Tutela Forestale e Parchi del CUFAA) il N.I.A.B. ha raccolto le varie attività di polizia amministrativa e penale scaturenti dall’applicazione della norma e condotte da tutte le articolazioni territoriali del CUFAA quali i Gruppi, i NIPAF, i Reparti Parco e i loro dipendenti nuclei.

Importante innovazione, derivante dall’applicazione della norma, è stata l’introduzione del catasto degli incendi boschivi con onere in capo ai Comuni e la possibilità di utilizzare, per gli stessi, i rilievi realizzati dai Carabinieri Forestali. Il tutto, messo a sistema, consente di far emergere le violazioni ai vincoli imposti dalla norma facendo venir meno l’interesse a realizzare le condotte criminose. La norma risulta di particolare importanza e mette in risalto la duttilità d’impiego dei Carabinieri Forestali nell’applicarla, da cui emergono capacità di applicare metodi scientifici, (MEF) Metodo delle Evidenze Scientifiche, in maniera empirica, affidandosi all’esperienza. Il futuro vede il potenziamento di ulteriori tecnologie e l’implementazione dell’esperienza attraversi metodi di addestramento evoluti quali le sale immersive. Anche le indagini subiranno un ulteriore balzo in avanti con il sistema integrato di controllo del territorio chiamato SDIMA, in fase di realizzazione. Le indagini sul campo degli incendi vedranno l’applicazione, direttamente sul luogo dell’incendio, del (MEG) Metodo delle Evidenze Geometriche attraverso tablet e software dedicati che consentiranno una semplificazione e una migliore precisione della ricerca dell’area di insorgenza dell’incendio e quindi della migliore capacità di individuare il punto d’inizio, là dove è probabile che ci siano i segni (DNA, impronte e/o oggetti) riconducibili all’incendiario”.

Loredana De Petris (Già Presidente del Gruppo Misto, Senato della Repubblica): “L’introduzione del reato di incendio boschivo nel nostro codice penale ha rappresentato uno strumento decisivo per il contrasto degli incendi boschivi e nella lotta alla criminalità ambientale. Ma oggi davanti al mix esplosivo di cambiamenti climatici ed incendi dolosi che, come in questi giorni devastano i nostri boschi, i parchi, le riserve naturali, è necessario ed urgente mettere in campo ulteriori strumenti, da quelli tecnologici per il monitoraggio e l’intervento  ad un maggior coordinamento tra Stato ed Enti locali, con un pieno coinvolgimento delle comunità locali.

Sul fronte dei parchi e del sistema delle aree protette bisogna accelerare l’approvazione dei Piani Antincendio Boschivo e forse sul fronte penale è arrivato il momento di estendere le pene anche ai roghi non boschivi“.

Alla conferenza stampa, moderata da Stefano Zago (Direttore di TeleAmbiente), sono inoltre intervenuti gli ex Comandanti del N.I.AB.: Gen. B. in congedo Angelo Marciano; Gen. B. in congedo Marco Di Fonzo; Ten. Col. Renato Sciunnach, Mar. Magg. Maurizio Amendola.

L’incontro è stato occasione per fare il punto sull’iniziativa legislativa che ha segnato un momento di svolta nella specifica tutela del patrimonio forestale italiano, e che in questi 25 anni ha permesso di raggiungere importati risultati di contrasto ai reati ambientali. Lo stesso anno, con decreto ministeriale del 10 agosto 2000, sempre l’allora Ministro Pecoraro Scanio istituì il Nucleo Investigativo Antincendio Boschivi (N.I.A.B.) in seno all’ex Corpo Forestale dello Stato le cui competenze furono poi trasferite al neo-costituito Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri per effetto del Decreto Legislativo, n. 177 del 19 agosto 2016. Una transizione che ha permesso di unire l’expertise specifica del settore forestale, che da sempre ha contraddistinto l’operato del Corpo Forestale, con la capillarità e la forza investigativa dell’Arma, potenziando l’efficacia delle azioni di tutela.

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