AgenPress. L’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), l’Unione Medica Euromediterranea (UMEM) e il Movimento Internazionale Uniti per Unire, guidati dal Prof. Foad Aodi, medico, giornalista internazionale ed esperto in salute globale, Direttore dell’AISC – Agenzia Britannica Internazionale Informazione Senza Confini, membro del Registro Esperti FNOMCeO, quattro volte consigliere OMCeO Roma e docente dell’Università di Tor Vergata, lanciano un forte appello al Governo italiano.
“In Italia – denuncia Aodi – 12.000 professionisti della sanità di origine straniera tra medici, infermieri, farmacisti, fisioterapisti, podologi, logopedisti e dietisti sono bloccati da procedure burocratiche infinite, in attesa di riconoscimento del titolo o della conversione del permesso di soggiorno da studio a lavoro. Questa è una situazione insostenibile: l’Italia lamenta carenza di personale sanitario, ma non valorizza chi è già disponibile a lavorare rispettando le regole”.
Incontri nei territori e testimonianze dirette
Durante un recente viaggio ancora in corso in questo mese di agosto che ha toccato Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia, il Prof. Aodi ha incontrato rappresentanti locali, medici, infermieri e operatori sanitari. “Abbiamo avuto incontri molto positivi, soprattutto a Trieste, ma le lamentele sono state unanimi: tanti colleghi attendono da mesi un appuntamento per la conversione del permesso di soggiorno o per iscriversi agli albi professionali. Alcuni, esasperati, scelgono di emigrare in Germania, Francia, Olanda o Arabia Saudita. È un paradosso: da una parte si parla di carenza, dall’altra si innalzano muri burocratici che spingono via i professionisti”, ha spiegato.
Il caso di un dottore di origine straniera è emblematico: attende da mesi la conversione del permesso di soggiorno e rischia di dover rinunciare a lavorare in Italia.
«Ho consigliato al collega di rivolgersi sia alla Questura che all’Ordine per sollevare la questione e ottenere la conversione del permesso di soggiorno da studio a lavoro. Questo dimostra le gravi difficoltà burocratiche che rallentano l’avvio dell’attività professionale dei medici stranieri in Italia».
Muri burocratici e perdita di capitale umano
“Questi ostacoli burocratici – sottolinea Aodi – sembrano volerci dire, in maniera gentile ma chiara, di lasciare l’Italia per altri Paesi europei. Non capiamo perché qui si continui a frenare chi vuole mettersi in regola, quando negli altri Stati i nostri colleghi trovano porte aperte. Non è accettabile che professionisti qualificati finiscano a svolgere lavori diversi dal loro perché bloccati dalle procedure”.
Oltre ai ritardi sulle pratiche amministrative, emergono episodi di mancato riconoscimento del ruolo: “Un’infermiera di origine straniera che aveva appena soccorso una signora si è sentita dire che pensavano che fosse una badante. Questo dimostra che serve anche una cultura del rispetto verso i professionisti della sanità, italiani e stranieri, che condividono la stessa missione: curare e assistere”.
L’appello alle istituzioni Il Presidente Aodi e le associazioni firmatarie rivolgono un appello diretto:
• al Ministero dell’Interno e alle Questure perché accelerino le procedure di conversione dei permessi di soggiorno da studio a lavoro;
• al Ministero della Salute e alla FNOMCeO perché riducano i tempi di riconoscimento dei titoli professionali e agevolino l’iscrizione agli albi;
• al Governo Meloni e al Ministro della Salute Schillaci perché trasformino le parole sulla carenza di personale sanitario in azioni concrete, abbattendo i muri burocratici che oggi allontanano chi invece vuole lavorare in Italia.
“Non vogliamo favoritismi – conclude Aodi – ma solo regole chiare, rapide ed eque. La carenza di professionisti non si risolve con proclami, ma con risposte immediate che permettano a chi è già in Italia di contribuire alla sanità pubblica, senza essere costretto a emigrare altrove. Non possiamo dimenticare la situazione di tutti quei professionisti arrivati qui, dal 2020 a oggi, con i Decreti Cura Italia e Ucraina. Vanno stabilizzati, possono e devono diventare parte integrante de nostro sistema sanitario così carente di personale”.
PROFESSIONISTI SANITARI DI ORGINE STRANIERA NUMERI NAZIONALI (AGGIORNATI AL 31 MAGGIO 2025)
Totale complessivo: 118.600
Medici: 47.620
Infermieri: 43.600
Odontoiatri: 7.930
Fisioterapisti: 7.810
Farmacisti: 7.670
Psicologi: 4.270
DECRETO CURA ITALIA E DECRETO UCRAINA (AGGIORNATI AL 31 LUGLIO 2025)
Circa 18.860 mila infermieri sono entrati in Italia con i Decreti Cura Italia e Ucraina dal 2020 a oggi.
Circa 8.900mila medici sono entrati in Italia con i Decreti Cura Italia e Ucraina dal 2020 a oggi.
Dal 1 GENNAIO 2023 al 31 LUGLIO 2025 sono 5220 reparti e servizi del nostro sistema sanitario salvati grazie ai professionisti stranieri