IL MINISTRO ALL’ISTITUTO TRECCANI PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO SUL GIUDICE RAGAZZINO
AgenPress. “Non giudicate per non essere giudicati. Questa frase si trova in ogni pagina dei discorsi di Livatino e lo si trova anche quando dice che il magistrato deve avere umiltà, buon senso e deve mettersi nei panni della persona che viene giudicata. Una sorta di sympatheia”.
Così il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenuto nel pomeriggio alla presentazione del libro a cura di Gaetano Armao “Rosario Livatino tra diritto e fede”, che si è tenuta presso l’Istituto Treccani.
La reliquia della camicia insanguinata di Livatino, primo magistrato beatificato, era già stata oggetto nel gennaio 2023 di una orazione funebre da parte del Guardasigilli nella basilica romana di Santa Maria degli Angeli.
“La fede cristiana che poggia ovviamente prima sull’Antico Testamento e poi sul Nuovo – ha affermato Nordio – è tutta permeata di consapevolezza, che lo stesso Livatino aveva, che la giustizia umana è una giustizia non solo fallibile ma insufficiente”. “Dove mancano la fede nella giustizia e anche la speranza di una attuazione della giustizia umana in questo mondo, ecco che soccorre la carità” ha proseguito il Ministro nel descrivere la straordinaria figura del Giudice ragazzino, intrecciata con la profonda fede che ne ha guidato la vita e l’attività professionale”. Secondo Nordio, per Livatino la carità era la chiave interpretativa della giustizia.
Carità che “non significa perdonismo, non significa abiurare a quelle che sono le competenze del legislatore e tantomeno quelle del magistrato; carità significa anche, come insegna la Chiesa Cattolica, riconoscimento dell’errore, quindi la confessione, la penitenza, l’espiazione e il fermo proposito di non commettere più il peccato” ha concluso il Ministro.
All’incontro-omaggio, aperto dal saluto di Carlo Ossola, Presidente dell’Istituto della Enciclopedia italiana e moderato dalla giornalista del Corriere della Sera, Virginia Piccolillo, sono intervenuti Costantino Visconti, Direttore del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Palermo, Maria Immordino, Professoressa di Diritto Amministrativo dell’Università Lumsa di Palermo, e il curatore Gaetano Armao.