L’associazione Essere Animali è tornata al confine con la Slovenia per documentare i viaggi dei camion carichi di agnelli destinati ai macelli italiani prima del Natale. In questo periodo dell’anno i consumi aumentano considerevolmente, ma dietro la tradizione dell’agnello a Natale si nasconde una grande sofferenza
AgenPress. Durante il periodo natalizio il consumo di carne ovina, e in particolare quella di agnello, aumenta significativamente nel nostro Paese: secondo i dati ISMEA infatti, la metà degli acquisti di carne ovina è concentrata in soli due periodi dell’anno, in coincidenza delle festività di Natale e Pasqua. Nella tradizione italiana, l’agnello è un grande classico della cucina natalizia, oltre che di quella pasquale, soprattutto al Centro-Sud (dove si registra il 76% degli acquisti a livello nazionale): in particolare come piatto regionale in Sardegna e in tutto il Lazio con il cosiddetto “abbacchio alla romana”.
L’Italia importa più del 40% percento degli agnelli destinati al macello, principalmente dai Paesi dell’Est Europa, Ungheria, Romania e Polonia in primis, dopo viaggi che possono durare anche 30 ore. Secondo i dati Eurostat, nel 2024 l’Italia ha macellato quasi 650 mila agnelli provenienti dall’Unione Europea (nel 2023 sono stati 700 mila), di cui oltre 400 mila solo da Ungheria, Romania e Polonia, e 121 mila dalla Spagna. Nel solo mese di dicembre dello scorso anno, su un totale di 102 mila agnelli importati dall’Unione Europea, oltre 50 mila provenivano dai Paesi dell’Est Europa.
Anche quest’anno Essere Animali è tornata al confine con la Slovenia per documentare i terribili viaggi a cui sono sottoposti gli agnelli destinati ai macelli di Toscana, Lazio e Puglia, per poi raggiungere le tavole italiane. Per 5 giorni il team investigativo dell’associazione ha monitorato il tratto più importante per queste importazioni, il varco di Gonars, ispezionando diversi camion provenienti dall’Ungheria e che trasportavano agnelli giovanissimi, appena svezzati, esposti al freddo e costretti su camion senza lettiera e senza accesso ad acqua e cibo a causa dei beverini inadeguati per le loro esigenze etologiche. Anche i viaggi dall’Ungheria durano diverse ore. Sul campo era presente anche l’associazione tedesca Animal Welfare Foundation, impegnata da anni nel monitoraggio dei trasporti a livello internazionale.
Sono molte le problematiche che negli anni Essere Animali ha documentato durante questi lunghi viaggi, tra cui: densità eccessive, animali feriti, intrappolati nelle partizioni dei camion, o morti, lettiera carica di deiezioni o assente, presenza a bordo di animali non svezzati insieme a capi più grossi, beverini mal funzionanti o inadeguati, problemi alla ventilazione, irregolarità documentali.
Chiara Caprio, responsabile delle relazioni istituzionali di Essere Animali, ha dichiarato: «I trasporti di animali vivi verso il nostro Paese continuano su base quotidiana e l’Italia continua a ricorrere all’importazione di ovini, agnelli in particolare, da Spagna ed Est Europa, ma anche di bovini dalla Francia o di suini dalla Danimarca in condizioni critiche. Da 5 anni noi di Essere Animali documentiamo gravissime sofferenze e violazioni a cui sono costretti milioni di animali trasportati ogni anno, con immagini che sono state viste da milioni di telespettatori, e coinvolgendo parlamentari che hanno presentato diverse interrogazioni, tra cui anche un Question Time in Aula al quale ha risposto direttamente il Ministro Lollobrigida. Oggi l’Europa sta discutendo una nuova normativa che dovrebbe portare a un miglioramento del trasporto di animali vivi e all’abbandono delle pratiche peggiori, come il trasporto via nave e il trasporto di animali vulnerabili, come gli agnellini non svezzati. Chiediamo che l’Italia faccia la propria parte e che dimostri con il proprio voto in UE che il benessere degli animali non è uno slogan vuoto da usare a convenienza, ma un impegno concreto da perseguire ogni giorno con scelte politiche ed economiche forti, etiche e pragmatiche, per la tutela della salute degli animali, dell’ambiente e di tutti noi».
Durante l’ultimo Consiglio Agrifish dell’anno la Danimarca, paese che ha ricoperto la Presidenza dell’Unione fino a dicembre 2025, ha sottolineato l’importanza di standard elevati di benessere animale durante il trasporto di animali vivi, mentre paesi come la Germania, la Svezia e i Paesi Bassi hanno sottolineato la necessità di una transizione dal trasporto su lunga distanza verso l’esportazione di carcasse e materiali genetici e di garantire maggiori protezioni per gli animali durante il trasporto, anche con la pubblicazione della normativa sul benessere animale ancora mancante. L’attuale legislazione europea infatti risale ancora a più di 20 anni
