AgenPress – Proseguono nella centrale idroelettrica di Bargi, in provincia di Bologna, le complesse operazioni dei sommozzatori dei vigili del fuoco per la ricerca dei 4 dispersi dopo l’esplosione avvenuta due giorni fa. Le attività al momento non hanno ancora dato esito positivo. I soccorritori stanno operando nei piani -8, -9 e -10, nelle quali è impiegato un dispositivo di soccorso di 100 vigili del fuoco. In via di stabilizzazione l’afflusso d’acqua nei piani allagati della centrale, situazione che ha consentito la ripresa delle operazioni.
Il comandante dei sommozzatori della Guardia di finanza di Rimini, Giovanni Cirmi, dice a “Repubblica” di aver visto “pareti spesse un metro e 80 letteralmente sfondate come fossero di cartongesso. L’esplosione deve essere stata tremenda”. Racconta di essere sceso con i suoi uomini a ispezionare i locali, di aver trovato rottami dappertutto e di aver visto solo pochissime mura integre. “Temo che per le persone investite dallo scoppio e dalle fiamme non ci sia stato scampo. Le parti metalliche della turbina sono state proiettate in ogni direzione. Non avevo mai visto una cosa del genere, deve essere stato spaventoso”.
Il responsabile nazionale servizio sommozzatori dei vigili del fuoco Giuseppe Petrone racconta al “Corriere della Sera” la terribile esperienza dei suoi uomini nelle ricerche dei dispersi intrappolati nella centrale idroelettrica di Bargi dopo l’esplosione.
“Uno degli interventi più difficili della mia carriera. Qualcosa di simile l’ho visto solo dopo il disastro della Costa Concordia. Si procede al tatto, nel buio e sott’acqua. Si cammina in acqua e, oltre a residui di olio e fanghi, troviamo anche i resti dell’esplosione, lastre di calcestruzzo, tondini in ferro”.
Impressionante, continua Petrone, il materiale che i suoi uomini si trovano davanti, pesante e difficile da spostare. Per fare due metri, spiega, ci possono volere anche venti minuti. Lo stop ai soccorsi è stato inevitabile perché il livello dell’acqua nei locali continuava a salire. Poi è stato utilizzato anche un robot per le ricerche teleguidate, che ha permesso di ispezionare una parte della centrale difficile da raggiungere per gli uomini. Purtroppo, aggiunge Petrone, nessuna traccia dei dispersi.