AgenPress – Il veliero Bayesian è integro e l’albero maestro non ha lesioni, almeno per i primi 50 metri. Sono i primi dettagli che emergono dall’ispezione dei sommozzatori dei vigili del fuoco, impegnati a Porticello, nel Palermitano, da Cagliari, Sassari e Roma. I sub sono al lavoro da questa mattina e lavorano a una profondità di 49 metri: dalla prima ispezione inoltre emerge che l’albero maestro è perfettamente attaccato allo scafo, non ci sono segni di collisione con scogli o altre barche e il veliero è inclinato di 90 gradi a destra. Le cabine si trovano nel ponte inferiore del veliero. Sono sei più la suite armatoriale che è a poppa.
I sommozzatori dei vigili del fuoco e della Capitaneria di Porto sono riusciti ad aprire un varco nello scafo. Un’attività non semplice a 50 metri di profondità. Attraverso questo varco i sub dovrebbero riuscire a entrare all’interno dell’imbarcazione dove si ritiene siano rimasti intrappolati i corpi delle sei persone che risultano ancora disperse. Ma sono tante le difficoltà di operare in quella che i sommozzatori dei Vigili del Fuoco hanno ribattezzato “piccola Concordia”.
“È una Concordia in piccolo, dice Luca Cari, responsabile della comunicazione d’emergenza del Comando generale dei Vigili del Fuoco, all’interno del veliero gli spazi sono ridottissimi e se si incontra un ostacolo è molto complicato avanzare, così come è molto difficile trovare dei percorsi alternativi”. Al momento i sub sono riusciti a ispezionare il solo ponte di comando, “che è pieno di cavi elettrici”, e non hanno trovato nessuno in quella zona. Dall’esterno non si riesce a vedere nulla dentro lo yacht e dunque al momento non è stato individuato alcun corpo. I vigili del fuoco, dice ancora Cari, dopo esser entrati da una scaletta nel salone stanno ora cercando di trovare il punto migliore per entrare e lavorare in sicurezza. “Abbiamo individuato una vetrata dalla quale potremmo entrare. Ma è chiusa dall’interno e spessa 3 centimetri, dunque dobbiamo riuscire a rimuoverla e poi potremmo avanzare meglio all’interno”.
Prende corpo l’ipotesi che, durante la tempesta sia entrata da poppa o da prua un’enorme quantità d’acqua in pochissimo tempo, provocando l’impennata dello scafo che, come raccontano più sopravvissuti, “in pochi secondi si è impennato ed è affondato”.
“I sub devono affrontare difficoltà notevoli – all’interno del veliero gli spazi sono ridottissimi e se si incontra un ostacolo è molto complicato avanzare e quasi impossibile trovare dei percorsi alternativi”.
Partiranno stasera, con una nave da Genova verso Palermo, due sommozzatori dei Vigili del Fuoco del Comando di Genova, per partecipare alle operazioni di ricerca. I sommozzatori porteranno con loro un container “allestito con un gruppo compressore di ricarica di gas respirabili, diversi dall’aria, utili alle operazioni in quanto consentiranno sia di aumentare i tempi di stazionamento in profondità ma anche migliorare i margini di sicurezza” come hanno spiegato in una nota i Vigili del Fuoco genovesi. I gas che verranno utilizzati sono sostanzialmente di due tipi: una miscela di azoto/elio/ossigeno (trimix) per garantire una migliore operatività sul fondo e una miscela azoto/ossigeno, con una maggiore quantità di ossigeno di quella presente nell’aria, per migliorare le condizioni di decompressione nella fase di risalita. I due sommozzatori coinvolti, oltre a una specifica competenza nelle immersioni con l’uso di Trimix, sono abilitati alla realizzazione di queste miscele di gas.