Milano. I giudici danno “parere negativo”, deve rimanere in carcere l’ingegnere iraniano arrestato su ordine della giustizia americana

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AgenPress – La Procuratrice generale di Milano Francesca Nanni ha espresso parere negativo alla richiesta degli arresti domiciliari presentata dalla difesa di Mohammad Abedini Najafabadi, l’iraniano arrestato a Milano lo scorso 16 dicembre, su richiesta degli Stati Uniti, considerato un soggetto pericolo e pertanto per lui è necessaria la detenzione in carcere.

Abedini è  accusato di aver fornito il supporto materiale al Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica, considerate dagli Usa un’organizzazione terroristica, che ha poi portato alla morte di tre militari statunitensi, uccisi da un attacco con un drone su una base in Giordania. Abedini, in sostanza, è accusato di associazione a delinquere con finalità di terrorismo

Nei giorni scorsi è stato trasferito in 3 carceri diversi: prima a Busto Arsizio poi, dopo la convalida e l’ordinanza di custodia disposta dalla Corte d’Appello di Milano, gli è stato applicato il regime di alta sicurezza e intorno al 22 dicembre è stato portato nel penitenziario di Rossano Calabro e il 27 dicembre con un aereo militare, è stato trasferito nel carcere milanese di Opera.

La vicenda dell’ingegnere accusato di passare informazioni strategiche ai Pasdaran, che a questo punto si intreccia a doppio filo a quello della giornalista italiana rinchiusa dal 19 dicembre nella prigione di Evin, gettando l’ombra della ritorsione su quanto accaduto alla reporter.

A decidere saranno i giudici della Corte di Appello, tramite un’udienza che sarà fissata nei prossimi giorni.

E’ all’attenzione dei giudici  un documento trasmesso dalla giustizia americana in cui si afferma che Mohammad Abedini Najafabadi è appunto un soggetto pericoloso.

L’atto, di quattro pagine, è stato inviato per via diplomatica pochi giorni dopo l’arresto del 38enne iraniano, quindi prima dell’istanza con cui il difensore, l’avvocato Alfredo de Francesco, chiede i domiciliari. La nota del Dipartimento di giustizia del Massachusetts sarà ora posta all’attenzione della Procura Generale di Milano che dovrà fornire un parere, non vincolate, sulla richiesta di attenuazione della misura cautelare.

In base a quanto si apprende il Pg dovrebbe comunicare domani il suo parere e la Corte fissare una udienza per la prossima settimana.

L’ingegnere è stato arrestato  su mandato Usa tre giorni prima dell’arresto di Cecilia Sala a Teheran.

Gli Stati Uniti hanno formalizzato la richiesta di estradizione. Ora la parola passa alla Corte d’Appello di Milano che dovrà valutare, in base alla documentazione arrivata dalle autorità americane, se ci sono o meno le condizioni per accogliere la richiesta di estradizione. La decisione finale, dopo il via libera della Corte d’appello, è esclusivamente in capo al ministero della Giustizia che ha 10 giorni di tempo per rendere effettivo il mandato di estradizione.

Secondo il quotidiano La Repubblica che ha sentito una fonte del Dipartimento di Stato americano “la reporter è usata come leva politica” ma l’ufficio non farà nessuna marcia indietro sull’uomo di Teheran continuando sulla linea dell’estradizione negli Usa. Resta confermata la visita del presidente Biden in Italia prevista per il 9 gennaio.

Abedini è stato fermato dal personale della Sezione Antiterrorismo della Digos di Milano e da personale dell’Ufficio di Polizia di frontiera in servizio nello scalo di Malpensa, con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo esterno e dell’Interpol. La Polizia ha eseguito la perquisizione personale e quella dei bagagli del sospettato, sequestrandogli componentistica elettronica, documenti bancari e commerciali e tre device tra telefonini e pc.

 

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