AgenPress. “Dopo oltre quindici anni di discussioni inutili, l’Ue finalmente decide di ritirare la proposta sulla parità di trattamento. Una vicenda che si trascina dal 2008 e che conferma ancora una volta come certa politica di sinistra continui a far perdere tempo e soldi all’Ue con iniziative inutili e lontane dai reali bisogni dei cittadini.
La proposta di direttiva era già in partenza un doppione di normative esistenti: i Paesi Ue dispongono di un quadro giuridico consolidato contro le discriminazioni basate su religione, convinzioni personali, disabilità, età e orientamento sessuale. Alcuni hanno perfino rafforzato ulteriormente le tutele.
La norma non aggiungeva alcunché. Uno spreco: per 15 anni, la sinistra ha portato avanti questa proposta sperando di imporre agli stati membri la norma dall’alto ed impiegando tempo, energie e risorse, nonostante fosse destinata al fallimento. Ora ci chiediamo: quanti soldi sono stati spesi, per alimentare un dibattito sterile che non ha prodotto alcun beneficio concreto? Scandaloso che i contribuenti debbano subire questi sprechi a causa degli estremismi ideologici di questa maggioranza ideologizzata. La politica deve occuparsi di problemi reali: crescita economica, sicurezza, protezione dell’industria europea e controllo dell’immigrazione.
I cittadini meritano risposte concrete. Il ritiro di questa proposta segna una vittoria per il buonsenso e per chi crede in un’Europa pragmatica, capace di rispondere alle esigenze reali della popolazione. La sinistra prenda atto del fallimento delle sue battaglie inutili e smetta di giocare con i soldi dei cittadini.”
Così in una nota l’europarlamentare della Lega Roberto Vannacci, relatore ombra del provvedimento.