Garattini: “I medici di famiglia non vogliono le Case della Comunità perchè non vogliono diventare dipendenti pubblici”

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AgenPress. “Siamo in grande ritardo nella realizzazione delle case della comunità anche perché i sindacati dei medici di medicina generale non le vogliono: non vogliono diventare dipendenti pubblici”.

Lo ha detto Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, intervenendo a Check Up, la trasmissione condotta da Lucia Tironi su Giornale Radio.

“Dicono che partecipano ma mettendo solo qualche ora – ha spiegato Garattini –. In Lombardia, per esempio, l’obbligo di ambulatorio è di 15 ore alla settimana: cosa si può fare per 1.500 o 1.800 cittadini? È chiaro che così si intasano i pronto soccorso, che non possono più occuparsi solo delle urgenze”.

Garattini ha poi richiamato l’attenzione sul nodo retributivo del personale sanitario: “Gli stipendi in Italia sono almeno il 30% più bassi della media europea. È questa la ragione per cui tanti professionisti qualificati lasciano il servizio pubblico per il privato o per l’estero, dove sono pagati meglio e possono costruirsi una famiglia. È una delle prime cose da risolvere”.

Infine, il presidente del Mario Negri ha ricordato l’importanza di difendere il Servizio Sanitario Nazionale, definendolo “il più grande risultato” che abbia visto nei suoi 60 anni di attività.
“Io ho vissuto il periodo in cui il Servizio sanitario nazionale non esisteva – ha detto –. Mio padre dovette prendere un secondo lavoro per curare i familiari, perché bisognava pagare tutto. Oggi si rischia di tornare a quella situazione, e questo dobbiamo assolutamente evitarlo”.

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