AgenPress. L’imprenditore conservatore Nasry Asfoura, sostenuto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è stato dichiarato vincitore delle elezioni presidenziali in Honduras.
Dopo quattro anni di governo del presidente di sinistra Xiomara Castro, la vittoria di Nasri Asfour conferma l’avanzata delle forze di destra in America Latina, dopo Cile, Bolivia, Perù e Argentina.
Il neo presidente Nasry Asfoura figlio di immigrati palestinesi, dovrebbe entrare in carica il 27 gennaio. Ha sconfitto di misura il presentatore televisivo Salvador Nasralla, candidato di un altro partito di destra, che fino a ieri aveva chiesto un riconteggio completo dei voti, denunciando irregolarità e “furti”.
Asfoura ha ricevuto il 40,1% dei voti, rispetto al 39,53% di Nasrallah, mentre Rixi Moncada, candidato della fazione di sinistra a cui appartiene il presidente uscente Castro, è al terzo posto con il 19,9% dei voti.
Pochi minuti dopo la proclamazione del vincitore, il capo della diplomazia statunitense, Marco Rubio, ha elogiato la sua vittoria “chiara” e “indiscutibile”, esortando “tutte le parti” a “rispettare i risultati confermati” affinché vi sia un immediato “pacifico trasferimento di potere” nel Paese.
“Non vediamo l’ora di collaborare con la sua amministrazione per far progredire la nostra cooperazione bilaterale e regionale, porre fine all’immigrazione illegale negli Stati Uniti e rafforzare le relazioni economiche tra i nostri due Paesi”, ha aggiunto in un comunicato stampa diffuso dal Dipartimento di Stato.
Gli Stati Uniti sono il principale partner commerciale dell’Honduras e ospitano circa 2 milioni di immigrati. Le loro rimesse rappresentano un terzo del PIL del Paese.
Solo 24 ore prima delle elezioni Donald Trump ha minacciato di tagliare gli aiuti all’Honduras se Asfoura non fosse uscito vittorioso dalle elezioni presidenziali.
Tuttavia le molteplici interruzioni dello scrutinio a problemi tecnici della società privata incaricata della trasmissione e della pubblicazione dei risultati, hanno aumentato i sospetti e portato ad accuse di frode e brogli.
Nasrallah non ha smesso di denunciare il “furto elettorali”, mentre la signora Moncada, come il presidente Castro, ha denunciato la “falsificazione” del risultato e l'”ingerenza” del presidente statunitense Trump nel processo elettorale.
Negli ultimi giorni è stato effettuato un riconteggio di diverse migliaia di verbali di scrutinio presso i seggi elettorali, che presentavano “incongruenze”.
Gli osservatori elettorali dell’Organizzazione degli Stati Americani e dell’Unione Europea nel Paese hanno riferito di non aver rilevato alcuna irregolarità, almeno di portata tale da poter mettere in discussione il risultato del voto.
Il controverso processo elettorale, è chiamato a governare un Paese sempre più polarizzato: l’Honduras si trova ad affrontare la violenza di trafficanti e bande.
L’Honduras, dove due terzi della popolazione vive in povertà, è uno dei paesi latinoamericani più colpiti dalla violenza delle gang. Sebbene sia diminuito negli ultimi anni, il tasso di omicidi – 27 ogni 100.000 abitanti – è tra i più alti della regione e di gran lunga superiore al tasso globale.
