AgenPress – L’alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e di sicurezza Josep Borrell ha raccomandato di rafforzare il sostegno all’Ucraina in considerazione del fatto che il presidente russo Vladimir Putin non ha intenzione di porre fine alla guerra nel prossimo futuro.
“La cosa importante è cosa possiamo fare per evitare che la Russia vinca la guerra. Cosa siamo pronti a fare? Siamo davvero pronti a fare tutto il necessario? Questa è la domanda che dobbiamo porci”.
“Putin non può accontentarsi di un pezzo di Ucraina e di lasciare che il resto dell’Ucraina appartenga all’Unione Europea, ma non può accontentarsi di una vittoria territoriale limitata. Non rinuncerà alla guerra, soprattutto non prima delle elezioni americane, che potrebbero presentargli uno scenario molto più favorevole. Dobbiamo quindi prepararci a lungo per un conflitto ad alta intensità”, ha affermato Borrell.
“Putin ha deciso di continuare la guerra fino alla vittoria finale. Il successo della Russia dipende dal portare sul campo di battaglia quante più persone possibile. Hanno in questo momento il maggior numero di morti, di vittime sul campo di battaglia, in presenza della riserva umana. A febbraio si contavano 150.000 persone ammassate al confine ucraino. Adesso ce ne sono 450.000, quindi tre volte di più”.
Allo stesso tempo ha detto che Putin “si era sbagliato riguardo alla capacità del suo esercito. Aveva torto riguardo alla capacità della resistenza ucraina. Aveva torto riguardo alla volontà dell’Unione europea. Aveva torto riguardo alla forza dell’alleanza transatlantica. Ma è ancora lì. È ancora disposto a combattere, a lasciare che il suo popolo muoia, in modo che il suo esercito e il suo popolo soffrano, perché non ha alcuna possibilità di rivalsa”.
“La Russia non è mai stata in grado di diventare una nazione. È sempre stato un impero con lo zar, con i sovietici e ora con Putin. È una costante della Russia e della sua identità politica, e di conseguenza una minaccia per i suoi vicini – e in particolare per noi”.
“La Russia non è mai stata in grado di diventare una nazione. È sempre stata un impero con uno zar, con i sovietici e ora con Putin. Questa è una costante della Russia, la sua identità politica e, di conseguenza, una minaccia per i suoi vicini – e soprattutto a noi”.