Afghanistan. Inarrestabile avanzata dei talebani verso Kabul

AgenPress – I talebani afghani nelle ultime ore hanno rafforzato la loro stretta territoriale intorno a Kabul. I rifugiati dell’inesorabile offensiva degli insorti hanno inondato la capitale e i marines statunitensi sono tornati per supervisionare le evacuazioni di emergenza.

Sembra dunque inarrestabile l’avanzata verso Kabul dei talebani, che hanno preso il controllo di Lashkar Gah e altri tre capoluoghi provinciali dopo che giovedì hanno conquistato Kandahar e Herat, seconda e terza città dell’Afghanistan. Mancano poche settimane al 31 agosto in cui gli Usa metteranno formalmente fine a due decenni di guerra e presenza nel Paese, che sembra precipitare velocemente nell’instabilità e nella violenza già conosciuta negli anni del potere talebano.

Intanto, molti Paesi si affrettano a rimpatriare i propri cittadini e chiudere le ambasciate. Gli estremisti hanno preso ormai metà dei 34 capoluoghi provinciali e oltre due terzi del territorio nazionale. Il governo di Kabul controlla ancora province nel centro e nell’est, nonché la settentrionale Mazar-i-Sharif. I combattimenti più vicini alla capitale sono ormai nella provincia di Logar, a circa 80 chilometri di distanza. “Kabul non è, in questo momento, in una situazione di minaccia imminente”, i talebani “stanno cercando di isolare Kabul”, ha detto il portavoce del Pentagono John Kirby, ammettendo che “siamo certamente preoccupati per la velocità con cui i Talebani si stanno muovendo”.

Gli Usa hanno stimato giorni fa che il resto del Paese potrebbe cadere entro pochi mesi.   Il portavoce talebano Zabihullah Mujahid ha annunciato “un’amnistia generale” per chi abbia collaborato “con gli occupanti o sia parte dell’amministrazione di Kabul”, promettendo che i diplomatici e il personale delle sedi estere non correranno rischi. Centinaia di migliaia di afghani sono fuggiti dalle proprie città, temendo che il ritorno dei talebani farà ripiombare il Paese nel regime brutale e repressivo sperimentato negli anni ’90. Ogni diritto delle donne era stato cancellato ed esecuzioni venivano eseguite in pubblico, in una spietata versione della legge islamica.

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