Ance: anno difficile per edilizia, ancora manca tavolo crisi settore

Agenpress. “E’ stato un anno difficile perché di lavoro ce n’è ancora troppo poco”. Lo ha detto il presidente dell’Ance, Gabriele Buia, in apertura della sua relazione all’assemblea annuale dell’associazione dei costruttori edili.

“E perché nonostante gli sforzi fatti alcune delle riforme che come Ance abbiamo proposto e contribuito a far approvare rimangono ancora tutte da attuare o completare – ha aggiunto -. Intanto le condizioni macroeconomiche generali non stanno migliorando, anzi. E’ già in atto un rallentamento dell’economia globale e di quella europea. Il nostro Pil non cresce. Stiamo ancora scontando gli anni in cui gli investimenti sono stati dimezzati e il settore completamente abbondonato. Questa ‘dimenticanza’ della politica nazionale l’abbiamo pagata cara. E a farne le spese sono state soprattutto le nostre imprese – ha proseguito Buia -: credit crunch 4 volte superiore alla media nazionale; investimenti in costruzioni ridotti della metà; troppi balzelli sulla casa e sull’attività di impresa e margini di redditività inesistenti. Di questo passo rischiamo di non avere più imprese – ha detto Buia -. Come reagiamo a tutto questo? Dopo più di un anno che lo abbiamo chiesto non siamo ancora riusciti ad aprire un Tavolo di crisi del settore. Occorre una task force interministeriale per l’edilizia. Un’esigenza che sappiamo essere all’attenzione del Ministro Patuanelli”.

Buia ha poi lanciato l’allarme sulla lista ancora troppo lunga delle opere bloccate: in totale 749 per 62 miliardi. “Nell’elenco c’è di tutto: scuole, ospedali, strade e anche fondamentali opere di messa in sicurezza come quelle che riguardano il letto del fiume Sarno, noto per la tragica frana di oltre 20 anni fa che causò 160 morti”, ha spiegato Buia, sottolineando che si tratta di “220 milioni non utilizzati per un’opera che può salvare vite umane”.

Il presidente dei costruttori comunque apprezza la manovra di Palazzo Chigi:”Abbiamo una grande sfida da affrontare. E non possiamo perderla. In questo senso è senz’altro apprezzabile la previsione, contenuta nella Manovra di un grande piano di investimenti sostenibili per 55 miliardi in 15 anni. Ma ci vuole più coraggio senza rimandare sempre all’anno successivo il maggior impiego di risorse. Per il 2020 è prevista la spesa di soli 690 milioni (l’1%)! Un’azione che è tanto più necessaria se vogliamo giocare un ruolo di primo piano nella nuova politica industriale che si sta disegnando in Europa e non solo”.

Buia, infine, torna a bocciare il Progetto Italia, l’operazione di salvataggio di Astaldi portata avanti da Salini Impregilo insieme a Cassa Depositi e Prestiti: “Non possiamo accettare un sistema di favore solo per qualcuno come si sta palesando ora sul mercato. Non siamo contrari al rafforzamento di grandi player di settore – ha concluso il presidente dell’Ance – ma il pubblico non deve intervenire nel mercato privato. Progetto Italia non è un’operazione di sistema ma di salvataggio di pochi, a favore di qualcuno con i soldi degli italiani”.

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