Castelli (Anci): “Semplificazione? Un pochino tremo, perchè il concetto di semplificazione sembra sempre più quello della pietra filosofale

Agenpress. Guido Castelli, presidente di Ifel, Fondazione per la finanza locale di Anci, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulla semplificazione. “Un pochino tremo, perchè il concetto di semplificazione sembra sempre più quello della pietra filosofale. Spesso si vuole, anzichè guardare la realtà di quello che accade negli uffici pubblici, fare più norme scritte male di quelle che si vogliono cambiare. Lo sblocca cantieri ad esempio ha prodotto più danni di quelli delle norme precedenti, perchè è una norma che ha prodotto 5 interpretazioni diverse e ha bloccato decine e decine di lavori. Le norme devono essere chiare e durevoli nel tempo. Spesso in Italia le norme si scrivono in maniera troppo frettolosa. Spesso e volentieri i funzionari pubblici sono intimiditi dal fatto che uno sbaglio può diventare addirittura un crimine, ad esempio l’abuso d’ufficio. Bisogna creare un contesto in cui la buona fede si presuma, altrimenti non ne usciamo. Molto spesso i comuni non riescono ad utilizzare soldi che ci sono.

L’Ifel nel 2018 aveva segnato un’inversione di tendenza, dopo la gelata del patto di stabilità che aveva bloccato ogni investimento pubblico. Poi abbiamo capito che tutte queste norme hanno reso sempre più difficile ridurre l’intervallo di tempo tra il prelievo delle tasse da parte dello Stato e l’investimento di questo denaro. Però la burocrazia non deve essere una scusa. Sembra che la norma debba proteggere dal rischio di distorsione della norma, la norma per garantire la legalità finisce con l’uccidere il garantito. Ponte di Genova? Quello è stato un esempio più unico che raro, anche perchè il ponte è stato donato. Poi si è applicato un codice di normative europee che sono più semplici del codice degli appalti.

Non credo che il modello Genova possa essere esportato ovunque perchè l’idea di mettere un commissario che risolve tutto io la devo vedere. In Italia abbiamo sicuramente il problema della corruzione. Per questo si sono aumentate le scartoffie per fare argine al concussore e al corruttore. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, il problema della corruzione non si è risolto. Le grandi centrali criminali non si fanno spaventare da qualche scartoffia. Questa idea che l’adempimento è il rituale richiesto ad ogni funzionario per risolvere i problemi rischia di far annegare il bambino con l’acqua sporca. Bisogna recuperare un po’ di fiducia”.

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