Governo. Berlusconi. Draghi resti premier fino alla scadenza naturale del 2023. Sta facendo bene con risultati eccellenti

AgenPress –  “Interrompere il buon lavoro del governo mentre la ripresa è appena avviata e l’emergenza sanitaria è ancora attuale sarebbe irresponsabile. Di tutto ha bisogno l’Italia meno che di mesi di conflitto politico paralizzante”.

Lo dice Silvio Berlusconi in un’intervista a tutto campo al Giornale, convinto che “la politica debba garantire le condizioni affinché il governo Draghi prosegua fino alla scadenza naturale della legislatura del 2023”.

“Draghi sta facendo bene e sta ottenendo risultati eccellenti, grazie alla disponibilità di tutte le forze politiche della maggioranza, noi compresi, ad accettare dei compromessi, per privilegiare l’unità della nazione di fronte alla più grave crisi del dopoguerra”.

Sull’elezione del presidente della Repubblica, a febbraio, precisa: “Naturalmente il centrodestra è in grado di esprimere candidature di alto livello alla presidenza della Repubblica. Ma il Capo dello Stato deve rappresentare l’unità della nazione al di là degli schieramenti. Nel momento in cui viene eletto viene meno ogni sua appartenenza. Non considererei mai il presidente Mattarella, per esempio, come l’espressione di una parte politica. Non lo sono stati Einaudi, Saragat, Pertini, che pure come lui venivano da una storia di impegno politico attivo ad alti livelli”.

“Come ho detto più volte – sottolinea Berlusconi – questo governo non è evidentemente un governo di centrodestra. Draghi sta facendo bene e sta ottenendo risultati eccellenti, grazie alla disponibilità di tutte le forze politiche della maggioranza, noi compresi, ad accettare dei compromessi, per privilegiare l’unità della nazione di fronte alla più grave crisi del dopoguerra. E’ evidente che un governo di centrodestra metterebbe maggiormente l’accento sulle liberalizzazioni e sui tagli alle tasse per tornare a creare lavoro e ricchezza. Lo faremo quando gli italiani torneranno ad affidarci la guida del Paese”.

Poi parla di legge elettorale. “Il bipolarismo in Italia è nato con la mia discesa in campo nel 1994. Ovviamente io credo in questo sistema e ritengo necessaria una legge elettorale che lo consenta”. Certo, “il bipolarismo italiano non è certo perfetto, ma non credo che gli italiani rinuncerebbero volentieri al diritto di scegliere con il voto da chi essere guidati. Del resto, è così che funzionano le grandi democrazie dell’Occidente a cui ci ispiriamo”. Bipolarismo, aggiunge, non significa “uno scontro feroce che punta alla delegittimazione e all’annientamento dell’avversario. Quello che vorrei per il futuro è un bipolarismo europeo, basato sulla netta distinzione fra centro-destra e centro-sinistra, fra loro alternativi, ma anche uniti da reciproco rispetto e da un comune senso di appartenenza alle istituzioni democratiche”». Forse, dice, “la convivenza nel governo Draghi – pur imposta dall’emergenza – può aiutare in questo senso”.

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