Immigrazione. Meritocrazia Italia: l’accoglienza non basta, serve integrazione

Agenpress. L’immigrazione è un fenomeno antico, che attiene alla storia dei popoli e del mondo, troppo spesso strumentalizzato quale grimaldello di ideologie ipocrite. In realtà l’immigrazione è l’espressione di un’insopprimibile esigenza degli uomini, da trattare con rispetto e responsabilità.

Per farlo dobbiamo rammentare a noi stessi i principi costituzionali e, prima ancora, i diritti umani, pensando che le braccia dell’accoglienza siano le braccia dell’Europa tutta, che si attivi finalmente come una Comunità di Stati federati, con al centro l’Uomo.

Per accogliere chi cerca e merita aiuto è dunque necessario pervenire ad una seria e pragmatica regolamentazione a livello nazionale e comunitario, sia in termini di gestione della fase di transito verso altri Paesi, sia in termini di effettiva capacità ricettiva di integrazione da parte di ciascuno Stato.

Se, infatti, correttamente affrontate, senza slogan o iniziative di facciata, accoglienza e integrazione dei migranti costituirebbero una innegabile opportunità per l’Italia, sotto il profilo culturale, della forza lavoro, della natalità, della globalizzazione.

Meritocrazia Italia chiede, allora, di immediatamente operare sul tema dell’immigrazione, qualificando l’approccio alla problematica secondo obiettivi di sviluppo strategici e sostenibili, attraverso una concreta individuazione delle potenzialità di inserimento in termini di domanda ed offerta di lavoro, predisponendo percorsi di inserimento e formazione anche alla collettività agevolanti, che consentano di raggiungere una piena e fruttuosa integrazione che garantisca i diritti di tutti.

Al contempo ed in via speculare, Meritocrazia Italia invoca un rafforzamento delle misure volte al contrasto dell’immigrazione irregolare e di tutte le inaccettabili derive connesse alla tratta di essere umani ed al contrabbando che scongiurino qualsivoglia insensato attrito tra i popoli. Consapevoli che quanto sopra potrà pienamente realizzarsi solo in accordo con la comunità europea e previa revisione della convenzione di Dublino sul diritto di asilo.

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