Omicidio Laura Ziliani, fu soffocata nel sonno. La terza figlia: “uccisa per soldi, non le perdonerò mai”

AgenPress – Laura Ziliani, 56 anni scomparsa l’8 maggio scorso da Temù (Brescia), è stata stordita dai farmaci. Ma non uccisa dal composto di benzodiazepine trovato nel suo corpo. Chi indaga è convinto che l’ex vigilessa bresciana sia stata soffocata con un cuscino mentre dormiva sotto effetto di ansiolitici “potenzialmente idonei a compromettere le capacità di difesa”. Ora bisogna vedere quali elementi sul cadavere, a distanza di 140 giorni dal decesso, possono ancora essere trovati a sostegno della tesi del soffocamento non violento.

Lucia 25 anni è l’unica figlia di Laura Ziliani rimasta estranea all’inchiestaSoffre di un “lieve ritardo cognitivo” scrive il magistrato, viveva con la madre, suo unico punto di riferimento. Ora è completamente sola. Suo padre è morto travolto da una valanga, le sue sorelle, Silvia e Paola, sono state arrestate per l’omicidio. “Io e la mamma eravamo praticamente inseparabili – si sfoga –  Sono felice che li abbiano arrestati ma non avranno mai il mio perdono”.

Con Silvia e Paola accusato anche Mirto Milani, fidanzato di Silvia, sopranista che suonava l’organo nella chiesa parrocchiale, che secondo gli inquirenti potrebbe essere la mente del trio.

Lucia ha riferito al pubblico ministero Cathy Bressanelli di non fidarsi delle due da quando avevano detto che “la nonna è perfida come un serpente” e altre “brutte cose degli zii”. Lucia ha spiegato come fosse la madre a mantenere le due soprattutto dopo che la sorella Silvia era stata licenziata per ben tre volte: “Per quanto ne so non ricevono gli affitti degli appartamenti perché è tutto bloccato”. Da loro e dal fidanzato di Silvia aveva appreso della sparizione della madre. È sempre lei a raccontare di un rapporto difficile tra le tre: “Trattavano molto male la mamma, soprattutto Silvia, si arrabbiavano con lei perché dicevano che lei non le manteneva e non gli dava abbastanza soldi”.

“Sto male perché l’hanno ammazzata loro – dice ancora Lucia – le mie sorelle e quel cretino di Mirto. Non me l’aspettavo proprio, io pensavo che fosse morta per cause naturali o per un’incidente… mi hanno nascosto così tante cose che non so… perderla così è un cosa che non riesco a pensare”. Racconta del rapporto con Mirto. “Mia mamma non ci andava d’accordo e mia nonna lo odiava”.

Il movente economico, ormai, sembra essere acclarato: volevano gestire il patrimonio immobiliare di Laura Ziliana, una decina di case sparse fra la Valcamonica e Brescia, delle quali è comproprietaria anche Lucia. Proprio Mirto, da subito, inizia a gestire gli appartamenti in locazione, contattando con gli inquilini per rivendicare arretrati e alzare i canoni.

E sempre lui, con il chiaro intento di depistare le indagini, vuole far credere che Laura fosse piena di debiti e per questo scappata a fare “la bella vita” altrove. Il 31 maggio, intercettato, parla al telefono con un amico: “Alla fine le volevo bene, ma la situazione è disastrosa: spendeva più di quanto prendeva”. E ancora: “Magari nel tempo ha dirottato i soldi su un altro conto e adesso si sta facendo la bella vita da qualche parte” fino a ipotizzare che Laura avesse inscenato la sua morte:”Sai, fai perdere le tue tracce e se tutto il mondo ti crede morta e non ti cerca”.

 

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