On. Giuliodori: La campagna vaccinale tra ritardi e ingiustizie

Giuliodori: “Situazione totalmente fuori controllo. Sui rifornimenti l’Europa ha fallito”


AgenPress. La campagna vaccinale prosegue a ritmi molto lenti in tutte le regioni. Le Marche non fanno eccezione, anzi gli ultimi dati sono allarmanti. Siamo in grave ritardo, sia nel reperimento dei vaccini che nella somministrazione. E a farne le spese sono soprattutto le categorie più vulnerabili.

A lanciare l’allarme è intervenuto Paolo Giuliodori, il deputato osimano di L’alternativa c’è, molto critico nei confronti della gestione della pandemia della regione e del governo. «I dati nella nostra regione certificano le mancanze gravi di una gestione fallimentare. Escluse le RSA, su 124 mila anziani over 80 appena 32mila hanno completato il ciclo con entrambe le dosi e molti altri già prenotati stanno ancora aspettando di fare la prima. A 20.569 ultraottantenni ancora non è stata somministrata neanche la prima dose. Altri 14.816 sono gli anziani inseriti in liste speciali che saranno vaccinati dai medici di base. A questi si aggiungono anche gli “invisibili” che ancora non figurano in nessun elenco, di cui circa 23mila sono over 80. Una situazione totalmente fuori controllo» afferma il deputato marchigiano.

La critica del deputato si riallaccia anche alla polemica delle ultime settimane riguardo l’ipotesi di vaccinare determinate categorie professionali. «Bisogna vaccinare prima i soggetti più vulnerabili – precisa Giuliodori -, cioè anziani e persone fragili. La priorità deve essere tutelare chi è più a rischio. Non è tollerabile vedere le varie categorie professionali che tentano di scavalcare la fila. Siamo alla follia. Bisogna concentrare tutte le forze per garantire la sicurezza dei nostri concittadini più vulnerabili, a prescindere dalla professione. Siamo tutti a rischio, ma non tutti allo stesso modo. Questa lotta tra cittadini per accaparrarsi i vaccini si sta rivelando una pagina triste per il nostro Paese».

Il tema è molto delicato e ampio. Certamente l’idea di delegare categorie professionali nella gestione delle vaccinazioni è conseguenza di una mancanza di organizzazione territoriale adeguata, scarsa digitalizzazione che causa lungaggini, code agli hub e tempi di attesa eccessivi che pregiudicano tutta la gestione. «Le radici del problema sono ben note: la distruzione della sanità marchigiana ha portato ad un sostanziale abbandono della medicina territoriale e quindi delle terapie domiciliari, che però dovrebbero essere la prima azione da compiere, così da evitare inutili quanto dannose ospedalizzazioni che non fanno altro che intasare le poche strutture sanitarie.

Poi c’è il problema dei vaccini: l’approvvigionamento e la certezza sui tempi di consegna sono le condizioni indispensabili per ottimizzare e velocizzare la campagna, ma su questo le Regioni non hanno nessuna colpa. La strigliata di Draghi in Parlamento serve a poco se le lacune vengono dall’alto. Le responsabilità sono in capo al governo e all’Unione Europea. È evidente che a livello europeo la partita dei vaccini è stata gestita molto male, diversamente da altri Paesi non legati all’UE, tra cui Regno Unito e Serbia, che hanno fatto tutto in maniera autonoma e oggi hanno ottimi numeri. Bisogna prendere atto – conclude Giuliodori – che la gestione europea si è rivelata un fallimento su tutti i fronti».

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