Open, Renzi: “L’obiettivo non è l’indagine giudiziaria ma il massacro mediatico”

AgenPress. L’indagine Open è un processo politico alla politica, che inizierà nelle aule solo nel 2022 ma che è da anni sulle pagine dei giornali.

Lo schema è semplice. Fanno una pesca a strascico di centinaia di telefonini, computer, movimenti bancari. Prendono le mie conversazioni degli ultimi dieci anni con gli amici più stretti (ho trovato negli atti giudiziari persino gli sms in cui fisso di andare a messa da un sacerdote amico o domando a degli amici che stanno venendo a cena quali pizze vogliono: raffinata tecnica investigativa, insomma!).

E poi rovesciano tutto in 92.000 pagine che vengono consegnate agli indagati a pagamento (io ho speso più di 4.000€ solo per avere il dischetto) e gratis a qualche giornalista amico.
I giornalisti, di conseguenza, pubblicano la vita delle persone presa dal buco della serratura per dieci anni. Ho letto nelle carte i miei sms – illegittimamente captati: ero senatore e non ero peraltro nemmeno indagato – mentre cerco di capire insieme a Marco Carrai come aiutare un comune amico che stava morendo di tumore: dove è la rilevanza penale di tutto ciò?
Davvero si può violare la Costituzione e la Legge solo per attaccare un avversario politico?

Sono entrati nel mio telefonino, nel mio conto corrente, con le foto dentro casa mia, nei miei viaggi in aereo, nelle mie soste all’Autogrill: l’obiettivo non è l’indagine giudiziaria ma il massacro mediatico. Che, non a caso, sta avvenendo.
Perché si parla solo di me e non dei problemi del Paese.

Perché si parla della opportunità delle mie conferenze all’estero (attenzione: nessuno mette in discussione la legittimità, ma solo l’opportunità) e non c’è nessuno che ricordi che io incasso dei soldi per le mie conferenze e pago le tasse in Italia. Quindi non sto rubando niente, anzi: sto contribuendo con le mie tasse ai servizi del Paese.

Ma i talk sono solo sulle mie attività lecite, non su chi ruba i soldi del reddito di cittadinanza. I talk sono solo sulle mie attività lecite, non su chi chiedeva il 5% sulle mascherine, mentre l’Italia era in emergenza.
I talk sono solo sulle mie attività lecite, non sullo scandalo dei soldi pubblici buttati per i banchi a rotelle.

E’ quanto dichiara Matteo Renzi nella sua rubrica Enews

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