Recovery Plan, Piero De Luca (PD): “No a interventi a pioggia, sì a programmi di sviluppo strategici”

AgenPress. Piero De Luca, capogruppo del PD in commissione politiche europee, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulle risorse europee. “Il governo dall’inizio della pandemia ha cambiato completamente atteggiamento in Europa, recuperando autorevolezza, credibilità e protagonismo –ha affermato De Luca-.

E’ riuscito a far mettere in campo all’Ue risorse straordinarie per reagire all’emergenza sanitaria, economica e sociale. L’Europa, rispetto alla crisi del 2008, ha reagito mettendo in campo misure espansive, questa è stata una grande rivoluzione. Si è deciso di agire in modo solidale. L’Italia sarà il primo Paese beneficiario di tutto il sistema di risorse messo in campo dall’UE.

Lo strumento più importante è il Next Generation Ue, la grande novità è che per la prima volta l’UE emetterà eurobond. All’Italia saranno destinati circa 209 miliardi, di cui 82 a fondo perduto. Spetta a noi ora mettere in campo progetti per investimenti strategici, evitiamo interventi a pioggia slegati tra loro e puntiamo su investimenti e programmi di sviluppo strategici, piani a lungo termine ma che siano immediatamente cantierabili ed eseguibili.

C’è da modernizzare il Paese e da rilanciarlo. Il piano poteva essere presentato all’UE a partire dal 1 gennaio, qualora il pacchetto negoziale fosse stato chiuso, ma a causa dei veti di alcuni Paesi il pacchetto non è ancora stato approvato, ci auguriamo ovviamente che possa essere sbloccato quanto prima. Cabina di regia Recovery? Il governo sta ragionando su come sarà composta, ma non basta solo una struttura del genere, bisogna anche semplificare alcune procedure di spesa, di controllo e di affidamento delle opere che si andranno a realizzare”.

Sul Mes. “Il Mes è uno degli strumenti che si inseriscono nelle misure che l’UE ha adottato prima del Next Generation UE. Il Mes è una misura fortemente rivoluzionaria perché all’interno del vecchio strumento che noi tanto abbiamo criticato, sono state mobilitate risorse per finanziare investimenti ed interventi nel comparto sanitario.

E’ uno strumento che così come è stato realizzato non prevede più né vincoli né condizionalità. Ieri l’Eurogruppo ha approvato la modifica del trattato, ci si riferisce però ad alcuni aspetto del trattato originale. La via di credito sanitaria si inserisce all’interno di questo strumento ma con regole completamente differenti, grazie al lavoro che è stato fatto in Europa.

Finora nessuno ha deciso di accedervi perché altri Stati accedono al finanziamento sul mercato a tassi d’interesse molto più bassi rispetto ai nostri, per noi invece sarebbe conveniente. In maggioranza finora non si è trovato l’accordo, noi intendiamo aprire un ragionamento serio per capire se l’Italia ne ha davvero bisogno, noi riteniamo di sì”.

 

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