Ucraina. Guerini, 130.000 militari russi lungo il confine. Corrispondono a 81 battaglioni pronti a combattere

AgenPress –  “A partire dal novembre scorso si è avuta evidenza di un progressivo rafforzamento della presenza militare russa lungo il confine con l’Ucraina anche in territorio bielorusso. La presenza russa consta di un ragguardevole numero di forze di terra, in buona parte già stanziali nella regione o nelle aree limitrofe e per la restante percentuale – circa un quarto – affluita progressivamente dai distretti militari più distanti. I circa 130.000 uomini presenti sul terreno, che corrispondono a 81 battaglioni, sono equipaggiati con un numero significativo di mezzi da combattimento terrestri corazzati, blindati e sistemi di artiglieria”. Così il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, in audizioni alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato.

“L’attuale massiccio schieramento militare russo e il conseguente rafforzamento della postura difensiva di Kiev prospettano ad oggi elevati fattori di rischio e la possibilità di una potenziale escalation”, ha aggiunto.

 “La strada principale seguita dal governo italiano, così come da tutti gli Alleati, è quella di insistere sulle possibilità di dialogo, in tutte le sedi. Ma allo stesso tempo assieme condividiamo la determinazione a trasmettere un messaggio inequivocabile alla Russia: qualsiasi aggressione contro Kiev avrebbe gravi conseguenze”. Così il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, in audizioni alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato. “Dobbiamo lavorare – ha aggiunto – per non alimentare la tensione, anzi tutti auspichiamo il mantenimento e l’implementazione di un dialogo costruttivo, accompagnandolo con un messaggio chiaro e disincentivante: azioni destabilizzanti non saranno prive di conseguenze”.

 “Abbiamo negli ultimi anni assistito sul piano Difesa ad un numero crescente di violazioni dello spazio aereo alleato, a sempre più massive esercitazioni navali nel Baltico e in Mar Nero, al mancato rispetto del diritto internazionale marittimo nel Mar d’Azov, ad azioni ibride mirate a indebolire soprattutto i paesi Nato lungo il fianco est e al cementarsi di una relazione militare speciale con la Bielorussia. Sono una serie di concreti esempi del perché ormai da quasi dieci anni, all’interno della Nato, l’attenzione nei confronti della Russia sia costantemente cresciuta. E ciò, conseguentemente, ha portato a un progressivo ri-orientamento a diversi livelli della postura militare della Nato”.

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