Coronavirus. Arresti domiciliari ai detenuti positivi, anche se condannati per reati gravi

Agenpress – Sulla scarcerazione di Gabriele Defilippi, condannato in via definitiva a dicembre 2019 a 30 anni di reclusione per l’omicidio della sua ex insegnante Gloria Rosboch, scomparsa a gennaio 2016 e ritrovata poi cadavere un mese dopo in una vasca di scolo, nel torinese, perché positivo asintomatico al Covid-19, interviene l’Avvocato Elisabetta Aldrovandi, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime:

“Il beneficio concesso a Defilippi, così come altri casi che si stanno verificando in questi giorni, dimostra che gli arresti domiciliari non sono concessi solo a detenuti con un residuo di pena fino a 18 mesi (esclusi i condannati per i reati gravi), ma possono essere dati anche ai positivi al Covid-19, qualsiasi delitto abbiano commesso. Ora,” continua Aldrovandi “Defilippi è risultato positivo al coronavirus.

E per questo, in base alle attuali disposizioni in tema di contenimento del rischio di contagio, gli sono stati concessi gli arresti domiciliari  in un appartamento di proprietà della madre. Dopo pochissimi anni di carcere, un condannato in via definitiva per omicidio torna alle comodità di una casa. Alla stessa libertà della quale “godiamo” noi cittadini onesti, che mai neppure penseremmo di togliere la vita a un’altra persona.

C’è l’emergenza sanitaria, certo. E la salute di tutti va preservata, detenuti compresi. Ma invece di regalare benefici così sproporzionati a persone colpevoli di efferati delitti, perché non si usa qualcuna delle 38 carceri costruite da nord a sud e mai utilizzate? Si è riuscito a realizzare un ospedale in dieci giorni. Non si poteva ristrutturare uno di questi istituti di detenzione e renderlo utilizzabile?

La giustizia e lo Stato di diritto non possono andare in quarantena. Neppure al tempo del coronavirus” conclude la Presidente dell’Osservatorio.

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