Feditalimprese: rischio tsunami imposte e liquidità imprese

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“Bisogna intervenire subito con i correttivi dovuti, afferma Salvo Mancarella di Feditalimprese Sicilia oppure molti piccoli imprenditori rischieranno la chiusura mentre le medie imprese potrebbero andare in sofferenza” 


Agenpress. Questo il risultato delle sospensioni di cui ai decreti 9/2020 e 18/2020. Le ritenute, l’Iva, i contributi del mese di marzo e aprile, le rate scadenti il 28/2 ed il 31/3 della rottamazione ter e saldo e stralcio vanno pagate a far data dal 1 giugno. Poi dal 26 giugno le imprese ed i professionisti  oltre a dover pagare, IVA, contributi del mese di maggio, saranno chiamati alla cassa per il versamento dell’acconto Imu (attuale patrimoniale).

Dal 30 giugno, inoltre, i contribuenti oltre alle imposte per autoliquidaziome (IRPEF IRES e IRAP anno 2019) dovranno rispondere al fisco per tutti i versamenti sospesi di aprile e maggio e per gli avvisi di accertamento dell’agenzia delle entrate.

I pagamenti dovranno essere effettuati in unica soluzione o in 5 rate.

“Urge pertanto intervenire subito ed in modo razionale, continua Mancarella, non basta dire alle piccole imprese potrei darti 25 mila euro per pagare i tuoi debiti. In questo modo si sta solo garantendo il sistema bancario e le entrate dello Stato  mentre le imprese aumenteranno il loro debito che in tanti non potranno onorare. La situazione diventerà assurda per le attività che non possono stare aperte per decreto”.

Feditalimprese chiede chiarezza ed un intervento immediato.

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