Agenpress – La sperimentazione, su 29 pazienti ricoverati al San Raffaele in ventilazione non-invasiva e con quadri clinici ad alto rischio, è stata portata avanti all’interno di un maxi-studio clinico osservazionale su Covid-19 coordinato da Alberto Zangrillo, direttore delle Unità di Anestesia e Rianimazione generale e Cardio-toraco-vascolare, e da Fabio Ciceri, vice direttore scientifico per la Ricerca clinica e primario dell’Unità di Ematologia e Trapianto di midollo.
Lo studio mostra l’efficacia e la sicurezza del farmaco – Anakinra – capace di spegnere l’eccessiva risposta immunitaria causata dalle forme gravi di Covid-19.
Il farmaco, già disponibile sul mercato, agisce neutralizzando l’interleuchina-1 (Il-1), una molecola infiammatoria prodotta dal sistema immunitario in risposta a infezioni virali.
“Per bloccare la risposta infiammatoria eccessiva e dannosa scatenata dal coronavirus – spiega Cavalli – lo abbiamo utilizzato a un dosaggio più elevato e con una somministrazione diversa rispetto all’abituale, endovenosa e non sottocutanea. A 21 giorni dal trattamento, il 72% dei pazienti mostrava un netto miglioramento della funzione respiratoria e dell’infiammazione sistemica”.
Il gruppo di pazienti Covid trattati con alte dosi di anakinra è stato confrontato retrospettivamente con un gruppo di controllo di 16 pazienti che avevano ricevuto solo la terapia standard. “La differenza è notevole”, riferiscono gli autori: “Nel gruppo di controllo la funzione respiratoria è migliorata solo nel 50% dei pazienti e la mortalità è risultata essere 4 volte superiore”.