Agenpress – Era decollato dalla rampa di lancio LC101 del Centro di Lancio Wenchang, ad Hainan, nel sud della Cina, il primo razzo vettore Lunga Marcia 5B (Changzheng 5 o, abbreviato LM-5 o CZ-5). A bordo un prototipo della nuova capsula per equipaggio sviluppata dall’agenzia spaziale cinese.
Il razzo pesa circa 17 tonnellate, è lungo 30 metri e largo 5: è il più grosso oggetto spaziale a tornare nell’atmosfera terrestre, con un rientro incontrollato, dopo il Salyut nel 1991. Il razzo cinese dovrebbe bruciare quasi completamente per attrito con l’atmosfera, ma parti del motore più dense potrebbero arrivare fino al suolo.
“E’ molto probabile che i detriti finiscano nell’oceano, mentre la possibilità che causi vittime è milioni di volte inferiori a quella del coronavirus”.
Lo dice Luciano Anselmo, esperto di detriti spaziali del Cnr, spiegando che sta rientrando sulla Terra in modo incontrollato – così come era stato previsto – un frammento del razzo vettore cinese Lunga Marcia 5B, lanciato lo scorso 5 maggio.
Il relitto dovrebbe cadere a breve in una fetta del globo compresa tra Australia, Africa e Stati Uniti, mentre l’Europa e l’Italia sarebbero al sicuro.
Secondo Luciano Anselmo del Cnr, “ci vorrà forse qualche ora per avere una conferma dagli Stati Uniti: le loro forze spaziali sono infatti dotate di una rete di satelliti all’infrarosso che serve a rilevare il lancio di missili e che potrebbe vedere anche la scia infuocata creata dalla caduta dell’oggetto”.
C’è ancora molta incertezza sulle sue reali dimensioni, anche perché c’è poca documentazione riguardante il razzo, progettato per portare in orbita i pesanti moduli della futura stazione spaziale cinese. “Quello caduto potrebbe essere il primo stadio, che si stima abbia una lunghezza di 32 metri, un diametro di oltre 5 metri e un peso superiore alle 17 tonnellate”, precisa l’esperto.
In ogni caso, il suo rientro sulla Terra potrebbe aver dato grande spettacolo, soprattutto se avvenuto in una regione del mondo dove è ancora notte. “Lo stadio di un razzo è fatto da pochi pezzi ma voluminosi, per cui è non si può escludere che arrivi a terra qualche frammento che va da poche decine di centimetri a oltre un metro: penso soprattutto a serbatoi di titanio o acciaio contenenti gas pressurizzati o pezzi di motore che resistono alle alte temperature”.
“Le forze spaziali Usa, però, hanno detto di aver osservato coi radar un oggetto che si estende per 20 metri quadri, un dato incompatibile con il primo stadio: potrebbe dunque trattarsi di un altro pezzo del razzo, magari uno stadio più piccolo progettato per dare una piccola spinta per l’entrata in orbita”.